Giancarlo TOMASSETTI
   

Biografia professionale


"... volevo fare il regista..."

Sono nato nel 1945, ad Ascoli Piceno.

Mio padre era un agente di custodia e mia madre una casalinga: venivano dal paese, rispettivamente Venapiccola e Venagrande. Erano contadini inurbati, nuovi cittadini, con una famiglia di quattro figli.

Per lavoro, mio padre veniva frequentemente trasferito (da Ascoli ad Ancona a Teramo a Spoleto ancora ad Ancona) e noi lo seguivamo. Non ho mai avuto la "mia" città. Della città amo Piazza del Popolo ad Ascoli e la spiaggia di Palombina ad Ancona.

Invece, ogni estate, alla fine della scuola, andavo in campagna dai nonni, a Venapiccola, la montagna della mia infanzia. La campagna povera del 1950 era più vicina a quella del 1500 che non a quella del 2000. Ho capito la sua economia, i suoi principi morali e i suoi sentimenti. E' lì che stanno le mie radici e quella è anche stata la mia vera università.

“Vedi – mi disse mia nonna in dialetto, indicandomi un pezzo di terra screpolata dal sole, mentre le trotterellavo appresso per andare alla fiera di Venarotta – quando ero bambina, io ho conosciuto gente che quella terra la scrocchiava sotto i denti come se fosse pane”.

M’imbattei con i “mangiatori di terra” vent’anni dopo, a Roma, alla biblioteca del Burcardo, facendo una ricerca sul Ruzante.

 

...la scuola.

Da grande, per necessità, dovetti frequentare una scuola sbagliata per me: l’Istituto Tecnico Industriale, una scuola tecnica alla quale però sono, ugualmente, molto riconoscente: mi ha avvicinato al metodo scientifico.

Ma un'altra scuola la trovai nel carcere, luogo in cui mio padre lavorava e che io (come tutti i parenti dei "secondini") frequentavo: il sarto, il barbiere, il falegname e anche il maestro... erano carcerati.

A vent'anni io volevo "evadere" dalla provincia come tutti. A parlarmi della regia (teatrale) fu proprio un carcerato, Enrico Vincenti, uno dei miei tre maestri.

Gli altri due furono, a Roma, padre Nazzareno Taddei SJ, uno speciale gesuita, e Ida Magli, un’antropologa culturale.

Un geniale creativo, uno strutturalista filosofo tomista e una scienziata dei sistemi di pensiero: persone tra loro diversissime. In misura diversa, devo a tutte e tre molti ed essenziali contributi alla mia formazione.

 

...a Roma!

Arrivai a Roma da Ancona nell'ottobre del 1967. Avevo ottenuto di lavorare alla compilazione di schede per una enciclopedia del cinema di padre Taddei. Per professione, vedevo almeno due film al giorno (di cui uno al Filmstudio) e mi interessavo ai corsi di “Lettura strutturale del film”. Facevo cineclub, scrivevo per qualche rivista. Era il tempo della Nouvelle Vague, della semiologia e dello strutturalismo

Ho frequentato una Università illustre, la Luiss. Mi sono diplomato in Radiofonia e Televisione con una tesi su Ugo Betti. Ma ho studiato soprattutto storia del teatro.

Era il “68 e il Centro Sperimentale di Cinematografia non bandì il concorso di ammissione a causa della contestazione. Tornai alla Luiss e m’iscrissi a Cinematografia, superando altri venti esami. I miei professori erano Doglio, Fiocco, Bolchi, Susanna Cecchi D’Amico, Cottafavi, Ferrero, Adriano Magli, Mario Verdone, Cresci, Zampa (che mi fece fare l'assistente nelle scene di studio de Il medico della mutua, con Alberto Sordi) e molti altri nomi dello spettacolo... .

Mi presentai con molto anticipo (figurarsi!) a Cinecittà e aspettavo davanti allo Studio 5. Dopo un po' arrivò Zampa, che mi riconobbe. "Cosa fai qua, a quest'ora?" "Sono arrivato un po'  prima..." risposi, quasi scusandomi. In studio, Zampa impostava la ripresa e veniva ogni tanto a parlarmi. "Li vedi quelli lassù" mi chiese ad un certo punto, indicando il soffitto buio dell'enorme studio. "Non li vedi, ma lassù ci stanno gli elettricisti. Vedono tutto quello che fai e chiacchierano, chiacchierano, chiacchierano: 'A Romolo, che dici? Come 'o vedi questo?;  Boh! Me pare che 'n ce capisce 'n cazzo!.  E così tu sei rovinato. Hai capito? Allora, ricordati: la mattina devi arrivare presto, prima di tutti gli altri. Entri in studio, immagini le scene, metti in ordine le idee, in modo che quelli lassù ti sentono sicuro, vedono che sai quello che vuoi! Devi arrivare presto la mattina!" Ero arrivato presto... ma l'ho preso fin troppo in parola: aspetto sempre.

Dopo tanti libri, tanti testi teatrali e tanti film, nel 1970 cominciai a lavorare e non ho più dato la seconda tesi: quaranta esami nelle discipline professionali non fanno una laurea! Non chiamatemi dottore, sono un regista.


...
alla ricerca di una strada!  

Sono un regista fortunato e con qualche merito: alcuni miei amici, con qualità superiori alle mie, non hanno avuto la mia fortuna. Molti hanno sprecato le proprie qualità.

Cominciai come “aiuto e ricerche” nel dipartimento Scuola Educazione della RAI, con tre serie di sette puntate ciascuna, per la rubrica Sapere: una Storia del Sindacato e una serie sui Grandi Protagonisti (regista Antonio Menna), poi una Pubblica Amministrazione con Enrico Vincenti.

I miei occasionali primi lavori come regista furono un lungometraggio girato per Gian Vittorio Baldi (la storia di un ragazzo difficile che si redimeva con uno strumento musicale) e un documentario del 1971, che ricostruiva il volo che Ferrarin aveva fatto con un Agusta-Caproni da Roma a Tokio nel 1921.

La televisione - però - ci stava stretta: per tre anni, seguii Vincenti nell’impostazione di cinque Centri di Servizi Culturali, in Calabria, per conto del Formez (Formazione Mezzogiorno). Avevamo come riferimento le Maisons de la Culture di Andrè Malraux, in Francia; anticipammo, in maniera non edonistica e nel microcosmo dei paesi calabresi, la politica delle Estati Romane di Nicolini.

A Cosenza, Locri, Corigliano, Taurianova e Serra San Bruno, mi sono occupato di cinema e teatro con gli studenti e la gente. Incontri e dibattiti sul comico, l’espressionismo, i film sovietici, il realismo francese degli Anni Trenta…in città, ma anche nei paesi.

E di teatro: Sacre Rappresentazioni Gestuali, La peste di Albert Camus, riduzioni de l'Orlando Furioso, il Bertoldo a corte di Giuseppe Dessì, Environnement nelle piazze e anche un Locresi al senato di Roma, di cui fui autore del testo, oltre che aiuto regista (e anche addetto alle luci).  

Gli studenti del liceo classico di Locri scoprirono un passo di Tito Livio,  nel quale una delegazione di locresi porta una protesta al senato di Roma per le angherie subite da parte di un luogotenente di Scipione, durante la guerra contro Annibale. Sulla ricerca degli studenti, scandii la protesta locrese in endecasillabi…alla maniera dei poemi omerici e la risposta dei romani in prosa…alla maniera shakespeariana del Giulio Cesare. Testi, scene, costumi, musiche, cinquanta studenti e alcuni attori dilettanti, nell’area Sacra di Marasà, il 5 agosto 1973. Non posso dimenticarlo: è il giorno in cui mi sono sposato!

 

...il lavoro "esterno"Rai!

Dopo tre anni, si concluse l'esperienza calabrese. Ne ho ricavato molto: l'attivazione e la gestione dei processi culturali è importante anche nella regia dei grandi eventi sportivi, dove si lavora in equipe.  Tornai in RAI, al dipartimento Scuola Educazione, con la proposta di un servizio sul teatro nelle scuole, per Scuola Aperta. Mi misero alla prova come regista. Si lavorava con pellicola invertibile e turni in moviola. Avevo fatto l'aiuto e sapevo cosa fare:ogni servizio diventò per me la possibilità di ottenere il successivo e Scuola Aperta per arrivare ad altre Rubriche. Me ne ricordo una estiva, si chiamava Proposta e lasciava una certa libertà di invenzione.

La rubrica  era: vai in un posto e documenta la "proposta" di un gruppo. Mi indicarono un paese in Calabria dove una cooperativa tentava di offrire lavoro con la raccolta e la conservazione dei funghi. Andai, mi illustrarono l'attività, mi fecero vedere i capannoni ma... era estate, per i funghi si sarebbe dovuto aspettare l'autunno! Stavo perdendo il servizio e riflettevo sul da farsi. Passeggiavo in una strana piazza di cemento mentre mi raccontavano dell'ultima alluvione e di mezzo paese trascinato dalla fiumara: "Ecco, casa mia era qui e lì c'era la scuola; qui abitava Peppe e lì Rosario...". Casa, scuola, amici, affetti, ricordi, alluvione, distruzione, rabbia e cemento.

Ecco la proposta: ricostruiamo il paese! Nello stesso posto, con la stessa gente, dipinto per terra sullo stesso cemento, con i banchi di scuola, la lavagna, gli alunni, la maestra, la casa di  Peppe e Rosario e la pioggia, la fuga, la distruzione, il rientro e le ruspe che hanno abbattuto quanto restava in piedi con i carabinieri a fare muro, con la rivolta e la sassaiola contro il vescovo e il prefetto ridipinti su una parete. Pura land art (impostata dal mio amico pittore Cesare Berlingeri) coniugata al teatro di piazza! Finì con qualche taglio, ma il servizio passò.

Più tranquillamente passò, sempre in Calabria, la ricostruzione di alcuni momenti della cultura albanese che feci ruotare sulle sequenze della primavera, l'estate, l'autunno, l'inverno; ovvero l'infanzia, la gioventù, la maturità, la vecchiaia; ovvero il gioco,  l'amore, il lavoro, il riposo; ovvero l'alba, il mezzogiorno, il meriggio, la sera...

Attraversai poi lo Stretto e, sulla sponda messinese, ho ricostruito con un barcone e una ventina di ragazzotti una bellissima canzone anglo-sicula che il Pitrè tramanda come linguaggio con cui i mozzi siciliani imbarcati sulle navi di Nelson si capivano con  i marinai inglesi.

Ritengo ancora che questa - tra documento e cultura - sarebbe potuta essere una delle mie strade professionali.

 

...il lavoro "interno"Rai.

Il contratto era scaduto da un mese: i servizi mi vennero tolti a metà montaggio, finiti da altri e messi in onda con la mia firma. Fu bufera e contenzioso legale con la RAI dove - credo - qualcuno voleva proprio assumermi. Dopo circa dieci mesi di disoccupazione (mi aiutava mia moglie) fui assunto. Passai così dal cinematografico degli esterni all'elettronico degli studi di via Teulada.

"Ben arrivato tra noi..." "Grazie direttore, mi permette? Vengo da buoni studi e ho già una buona esperienza ma, se lei mi consentisse di imparare per qualche tempo, accanto ai vostri registi, io sono sicuro di poterle restituire ...""A chi si riferisce?" " A Falqui, Trapani, Siena..." "Ma quelli sono suoi colleghi!" 

Feci tre anni di tutto: Tribune politiche, Programmi dell'accesso, Speciale Parlamento, Giorni d'Europa, Programmi per gli italiani all'estero, Prossimamente e chissà cos'altro. Soprattutto feci tanto studio televisivo.

"A dottò...de llà c'è 'n vecchietto co' na chitara. Dice che deve sonà!" "Fammi la cortesia... non è aria stamattina!" (...)"A dottò...quello 'nsiste! Vo' sonà pe' forza!." "Pensa a sbrigarti che siamo in ritardo" (...)"A dottò...quello 'n se move, sta sempre llà" "Ma chi è 'sto scocciatore...!" Uscii e, nel corridoio, seduto sopra una cassa con il suo strumento, c'era Andrea Segovia, in paziente attesa. Avrei voluto morire.

Partecipai alla nascita, lo sviluppo e la conclusione della prima trasmissione femminista della RAI: Si dice donna, col compito - tutto registico - di frappormi tra le idee e la passione delle curatrici e la diffidenza degli studi.

Alle 23.00, in seconda serata, mandammo in onda la registrazione integrale di un parto, che avevo filmato in Olanda, tra le mura di casa, alla presenza del papà, i bambini e la nonna, con brindisi finale di aranciata.

Collaborai in quel periodo ad un programma di Giulio Macchi che ricordo come uno dei migliori esempi di quale possa essere la missione della televisione nella nostra epoca. Titolava alle Risorse energetiche ed alimentari della terra. Forse solo con la diretta della Tosca e della Traviata "nell'ora e nei luoghi in cui si svolge l'azione" ho ritrovato - come spettatore - altrettanto entusiasmo per la televisione. Ma pochissimi la pensano come me.

Dall'ultimo piano del Beaubourg a Parigi, circondato dagli strumenti e i documenti visibili dello sviluppo delle civiltà, Macchi si è collegato in diretta con tutto il mondo per discutere stato e soluzioni ai problemi di energia e di alimentazione della terra. Noi eravamo stati con Haroun Tazief, il grande vecchio dei vulcani, a filmare e spiegare l'attività dell'Etna. La mia regia era poi situata all'interno dell'ossevatorio vulcanologico di Lipari e riceveva i dati rilevati da un'equipe scientifica condotta dal prof. Barberi che lavorava a Vulcano.

Anche questa - i grandi temi dell'umanità, in diretta - avrebbe potuto essere la mia strada professionale.

 

...il Telegiornale.

Nell'81, la Direzione del Personale decise di assegnare ogni regista ad un settore specifico, non consentendo  più la mobilità tra diverse aree di lavoro. Sconvolsi tutti i miei colleghi registi, chiedendo di andare al TG2. 

La fuga dalla regia, dalla creatività, dalla missione stessa del regista! No, io percepivo che una stagione era finita: lo sceneggiato stava scomparendo, la rivista di Falqui si trasformava in talk show. E il film, il cinema, l'oggetto dei nostri sogni...? Non potevo credere che l'Azienda avrebbe affidato il film ad un "dipendente" stipendiato! Al TG2 mi sarei sottoposto ad una disciplina, avrei acquistato velocità; il Tg era aperto in diretta sul mondo, con i grandi temi, le inchieste, lo sport. Non era questa la televisione?

Entrai al TG2 mentre se ne andava il direttore Andrea Barbato e arrivava Ugo Zatterin. Eravamo in cinque registi: io e quattro colleghe e lo sport mi veniva affidato quasi naturalmente. Ma non facevo solo sport: oltre alla messa in onda del telegiornale (è la scuola di base), mi toccavano Congressi di partito, Elezioni politiche, Manifestazioni del 1° Maggio, tanti dibattiti in studio, Rubriche e varie altre dirette (ricordo, addirittura con entusiasmo, la diretta dell'apertura di Palazzo Grassi con la mostra sul Futurismo). Però comincia in quegli anni a definirsi il mio lavoro come regista dello sport.

Alla fine: volevo fare il regista... teatrale. Ho studiato Storia del teatro ed ho lavorato con un regista di teatro. Poi mi sono interessato di cinema e di attività culturali sul cinema e il teatro. Poi ho lavorato in televisione e poi nel TG e poi nello sport. Un percorso a slalom che va letto con due chiavi: una forte determinazione, una ancora più forte capacità di adattamento. Volevo fare il regista e, comunque, l'ho fatto.

 

infine... lo sport!

Quante cose ho fatto nello sport? Certamente, dal 1981 ad oggi, in più di un quarto di secolo, ho esperienza in tutte o  quasi tutte le discipline. Con quale passione sportiva e professionale? Un discorso lungo ma dovuto...

Parlo chiaro da subito: lo sport non è in cima ai miei pensieri! Ho sofferto e soffro ancora dell'antico vezzo intellettuale che vede un cervello modesto in chi si prodiga nelle cure del corpo. E so di essere almeno due volte in errore: nei confronti del Mens sana in corpore sano e in quello della cura della salute e della bellezza del corpo in quest'epoca. Di fatto, però, lo sport non mi appassiona, quasi sempre lo trovo molto noioso. Ad una partita di calcio, preferisco una mostra; ad un Gran Premio, un'opera lirica. In cima ai miei desideri ci sono le grandi civiltà, le scoperte scientifiche, il progresso dell'umanità...

Con altrettanta chiarezza devo dire che, per il tipo di regia in cui mi sono avventurato (quella dell'avvenimento di attualità in diretta) non c'è banco di lavoro più impegnativo, più interessante e professionalmente formativo della manifestazione sportiva. La varietà, la complessità, la velocità della performance sportiva, non ha equivalenti in nessun'altro tipo di manifestazione. Dovremmo comparare un Gran Premio di F1 alla Via Crucis del Papa? O una partita di calcio ad un congresso di partito? O un meeting di atletica ad una mostra d'arte? Forse un concerto, un'opera lirica (se fosse in diretta), lo sceneggiato in diretta di qualche anno fà, sono registicamente paragonabili alla performance sportiva: ma sono sicuramente più lenti e, soprattutto, seguono una scaletta preordinata.Conclusione: pur non amando lo sport non trovo nulla di professionalmente più esaltante della regia dell'avvenimento sportivo in diretta. La ripresa sportiva riesce a raccontare quanto lo spettatore non riuscirebbe mai a vedere (ogni fase di una discesa libera) e a spiegare quanto non si è capito (un fallo); riesce a mettere ordine nell'avvenimento multiplo (l'atletica) e nelle situazioni che si presentano contemporaneamente in luoghi diversi (una corsa automobilistica). La regia dello sport fa fronte ad avvenimenti programmati (la ginnastica) e avvenimenti improvvisati (la partita di calcio). La sfida del regista sportivo è quella di fare racconto dell'invisibile e del simultaneo, del programmato e dell'estemporaneo, facendo chiarezza dei fatti. E cosa c'è di più vario e complesso della evoluzione spazio-temporale della performance sportiva? Chi sa fare lo sport, sa fare tutto nella ripresa d'attualità. Per questo guardo con interesse tanto sport, pardon... tanta regia dello sport! E della regia sono un esperto, non dello sport.

Si passa solo con l’accredito (o badge o passim: il titolo, di solito in cartoncino, elettronico e non, con foto e non, con ruolo e non, con cui ci si presenta sul luogo dell'evento). Gli accrediti testimoniano un percorso professionale: io me ne sono accorto tardi e non li ho raccolti, se non negli ultimi tempi. Così, mi è molto difficile ricostruire il decennio ’80-’90 e difficile quello '90-2000. Allora vado solo per Grandi Eventi, conditi di qualche foto, qualche accredito e qualche spigolatura.
 



1981

Nel settembre andai per la prima volta a Monza. La regia del GP era affidata a Giuseppe Sibilla, un collega molto serio e di grande esperienza, che era però uscito dal TG2. Non mi limitai a guardare con attenzione:studiai.

Ricordo che avevo vissuto un frammento di Monza molti anni prima, con una gita scolastica. Mi arrampicavo sull'erta della parabolica... totalmente ignaro del mio futuro.

A dicembre di quell'anno fui mandato a sostituire un collega in Val Gardena, per la prova di Coppa del mondo di Discesa Libera. La Val Gardena è rimasta la mia valle e le Dolomiti, per me cittadino, le mie montagne. Cfr. sito

"Dunque, fatemi capire: gli atleti scendono di qua..." "No, non di qua. Da quella direzione!" "Ma è un muro, un burrone...!". La condanna del regista è quella di non poter ridare se non in minima parte le sensazioni che gli offre la realtà. La ripresa è una pallida e presuntuosa idea della realtà: un regista non potrà mai esserne soddisfatto.
 


 

Coppa del mondo di Discesa Libera


1982

Fu l'anno del mio ingresso in Formula 1. Giuseppe Sibilla, di nuovo incaricato dell'evento, sapeva che non sarebbe toccato a lui, regista di Rete, lo sviluppo futuro della regia del Gran Premio. Allora facilitò le consegne al giovane collega e fu per me una grande lezione. Cfr. sito.  

Quella dei Gran Premi di F1 è una ripresa complessa, che all'epoca comportava il maggior numero di telecamere a disposizione di un  regista. Arrivai ad Imola preparato e fui anche molto fortunato. Per una contestazione dei piloti, partirono solo 14 macchine, con le Ferrari di Villeneuve e Pironi in testa. Una passeggiata trionfale? I ferraristi si dettero battaglia e io, un po’ fortunosamente, pescai un cartello ai box, un PIR SLOW, con il quale si invitava Pironi a lasciar passare Villeneuve. Didier non ci pensò nemmeno e vinse.  Il giorno dopo, l’Ing. Nosetto, responsabile dell’autodromo, mi fece parlare al telefono con Enzo Ferrari: "Lei ha fatto per intero il suo dovere e ha fatto vedere tutto quanto c'era da vedere. Ma sapesse quanti problemi mi darà con la sua ripresa!" Il frame della nostra inquadratura era stato riportato sulla prima pagina dello sport del Corriere della Sera, con le inevitabili polemiche. L’Ing. Ferrari mi inviò un orologio con il cavallino e il suo libro con dedica.  

Fu anche l'anno dell'esperienza su varie discipline.  Ricordo i sopralluoghi della  Tirreno-Adriatico di quell'anno, con le telefonate di controllo e la corsa verso casa: stava nascendo mio figlio.

Mi accorsi in quegli anni che lo sport si svolge soprattutto di sabato e domenica. Praticamente ho passato tutte le domenica di campionato in uno stadio. Un tempo della partita veniva dato in differita alle 19.00, con il commento di Martellini o Bruno Pizzul. Bastano questi nomi per lavorare con piacere; ma stavo poco a casa.
 


 

Duello Pironi Villeneuve



Gilles Villeneuve




Ing. Enzo Ferrari


1983

Regia dei Gran Premi di F1 di San Marino e Monza

Si era consolidato intanto un criterio di assegnazione degli eventi sportivi tra il TG1 e il TG2. La Formula 1 era TG2, il Mercoledì Sport del TG1, il Giro d'Italia un anno ciascuno e così la Tirreno-Adriatico e le altre corse. I registi di punta erano De Pasquale per il TG1 ed io per il TG2, mentre si profilavano le seconde linee dei colleghi.

Di quell'anno non ricordo altro di importante ma, certamente, realizzavo tutti gli avvenimenti sportivi assegnati al TG2, quindi calcio, ciclismo, pugilato, atletica, ippica... e tutto con un certo spirito!

Una delle ragioni più importanti per la quale è valsa la pena fare la regia dello sport  è che questa professione (e solo perchè esercitata in RAI) mi ha consentito (anche) la ricerca. La riflessione sulla regia dello sport può essere fatta con spirito scientifico e può costituire ricerca. Non la grande ricerca – non sono un ricercatore – ma quella propria di questa specifica regia, sulla quale non esiste praticamente letteratura. 

Alla fine, il mio lavoro consiste nel tradurre un accadimento reale visibile (la sua fenomenologia spazio-temporale) in linguaggio audiovisivo. Reclama quindi di cercare la soluzione dei piccoli problemi che nascono ogni volta (perchè non facciamo mai un lavoro completamente seriale); ma consente anche la riflessione sul rapporto tra realtà e linguaggio, tra tecnologie e linguaggio; consente la comparazione e la contaminazione tra le modalità di rappresentazione delle discipline, di utilizzare le tecniche di ripresa dell’una sull’altra. Il linguaggio stesso è oggetto di ricerca e cominciai a delineare l'identità di quello della ripresa sportiva. 

Come regista dello sport ho lavorato quindi in un contesto non artistico, ma creativo e progettuale sì. Si tratta di una progettualità disciplinata, perchè lavora  sulle regole delle discipline, di cui interpreta la spazialità sui tempi reali, raccontando svolgimento di azione, agonismo, reazioni emotive e quant'altro. Dirò altrove di qualche risultato di ricerca.
 



1984

"Papà... c'è..." Balbettava mio figlio indicando il televisore che annunciava la regia. "Dov'è?". Il regista non si vede e sarebbe garanzia di un buon lavoro se nessuno si accorgesse di lui.

Regia del 67° Giro d’Italia. Cfr.sito.

Fu il primo di molti Giri d'Italia (1984, 86, 88, 90, 92 e - dopo un interregno Fininvest - 1998 e 99). Il Giro e’ l’evento che ha sviluppato le tecnologie delle riprese in movimento con moto, elicotteri-ponte e da ripresa. Ebbi la fortuna - ma ho anche una particolare vocazione a sperimentare e un buon feeling con i tecnici e la ricerca - di seguire l'intera evoluzione dei mezzi di ripresa in movimento. Per la prima volta utilizzai l'elicottero ponte, che liberava quello da ripresa da posizioni fisse; passammo dalla telecamera a spalla all'elivision fino alla prima Wescam e, successivamente, a due elicotteri ponte e a quelli carenati, fino all'aereo-ponte.

Viaggio di studio ai Mondiali di Sci di Sarajevo

Regia dei Gran Premi di F1 di San Marino e Monza

Era un piacere stare a pranzo con Mario Poltronieri e osservarlo. Discuteva di ogni pietanza con un falso interesse e ti accorgevi che mirava ad altro. Come Pierino, aspettava solo il momento del dolce! Ezio Zermiani era il nostro "topolino" ai box.

Tutti gli sport di routine e, certamente, la Val Gardena.

Ho imparato a sciare in Val Gardena. Non si può fare regia dello sci senza saper sciare (come potresti fare i sopralluoghi sulle piste?) e senza capirne le tecniche fondamentali (si posizionano le telecamere per vedere "che cosa"?). (foto?)
 


 






67° Giro d’Italia
 


1985

L'85 fu l'anno della svolta nelle riprese dello sport RAI (e nel mio excursus professionale). Il tutto era cominciato a Roma, con la disastrosa  copertura della Coppa del Mondo di Atletica del 1981 affidata, senza criterio, ad un regista TG1 ed uno TG2 della passata gestione. Fu una figuraccia internazionale, che mosse i vertici della Federazione e quelli della RAI a rivedere gli impegni con persone nuove, in vista dei Mondiali di Atletica che si sarebbero svolti a Roma nell'87. Il nuovo Pool Sportivo di Gilberto Evangelisti mi incaricò del coordinamento della regia dei mondiali, cioè mi fece responsabile dell'esito di regia degli stessi. Il concetto di "coordinamento della regia" è inevitabile nei grandi eventi, a cui partecipano più registi, e porta con sè il lavoro di equipe, con la condivisione di obiettivi, metodologie e criteri. Una relazione, tenuta a Tokio nel 1989, chiarisce le fasi e i termini del mio impegno per il coordinamento della regia di quei Mondiali. E per due anni feci il doppio lavoro: al TG2 e al Pool Sportivo.

Regia dei Campionati del mondo di Sci Alpino in Valtellina.  

"La valanga grigia travolge la valanga rosa". Titolò all'incirca così un giornale sportivo, indicando nella valanga grigia gli uomini RAI con la tuta di quel colore e nella valanga rosa le atlete azzurre vincenti. Uno sciagurato funzionario di servizio aveva interrotto la telecronaca della gara che si era protratta per ragioni di maltempo. Ma andò molto peggio vent'anni dopo con uno sciopero durante i Mondiali in Valtellina del 2005.

Regia dei Gran Premi di F1 di San Marino e Monza.  

Forse fu quell'anno: il presidente dell'IRI, Massacesi, si lamentò in una intervista per lo scarso rilievo che avevo dato all'Alfa Romeo durante un GP di Imola. All'incirca un "ci penso io per quel regista!". Mi chiamò la segretaria e mi passò il direttore generale, Biagio Agnes: "Come è andata questa storia dell'Alfa Romeo, come si sono piazzati?" "Il loro primo pilota è arrivato settimo, direttore." "Ma che cazzo vuole quello!" bofonchiò. "Come, direttore?" "Niente, niente... continui a lavorare!"

Regia dei Mondiali di Ciclismo su strada del Veneto.

Per la prima volta usammo due elicotteri ponte, uno da ripresa e tre moto. La cosa non mi evitò uno dei più gravi incidenti professionali della carriera. Le corse su strada comprendevano anche le gare a cronometro a squadre: perdemmo - regia e telecronisti - la vittoria di una oscura squadra di un paese dell'Est che - inopinatamente - staccò tutti sui due giri della 50 km e passò al traguardo col tempo migliore. Tutti se ne accorsero dopo che era passata.

Regia televisiva della Cerimonia di apertura

Una bellissima Storia della bicicletta, dalla draisina alle ruote lenticolari, interpretata da centinaia di ragazzi, nello stadio di Bassano del Grappa. La sceneggiatura è di Vergani figlio e la regia teatrale di Giuliano Montaldo, il quale mi "impose" di firmare  la regia  televisiva accanto alla propria. Nel 2006, alle Olimpiadi Invernali in Piemonte, l'intera squadra RAI ha firmato le immagini e il lavoro della Cerimonia di apertura ignorando i veri registi, di fatto appropriandosi virtualmente del lavoro televisivo e teatrale altrui.

Questa è oggi la situazione, anche internazionale, della regia. Il furto intellettuale è costume consolidato: il broadcast che riceve il programma internazionale (che pure ha fior di autori) firma l'avvenimento con i propri nomi; il regista di studio, che fa da transito o poco più alla partita, firma l'intero programma (partita inclusa) come se la stesse facendo allo stadio. Nell'eloquio giornaliero il regista dice "Ho fatto il Mondiale" e gli sprovveduti ci credono: in effetti ha fatto la "personalizzazione" del Mondiale, la regia italiana o di studio del Mondiale. Il regista del Mondiale, quelli delle Olimpiadi, i veri autori dell'evento televisivo non hanno diritto al nome e non li conosce nessuno. Questa è diventata la regia, non solo in Italia.
 


 





























Gran Premio di San Marino






Mondiali di Ciclismo su strada




Bicicletta in legno


1986

Regia del 69° Giro d’Italia

Ho lavorato molto bene e divertendomi con De Zan, con il quale ho condiviso 7 Giri d'Italia, 2 Mondiali e chissà quante altre gare. Ma ricordo con tenerezza quel rituale, a mezzogiorno, in un qualsiasi piazzale d'arrivo di tappa, di aprire il portabagagli e tirar fuori pane fresco e prosciutto e mangiare sorseggiando un bicchiere di vino rosso. Lui, il suo autista ed io. De Zan era un grande esperto della fuga dai pranzi ufficiali.

Regia dei Gran Premi di F1 di San Marino e Monza.  

Chiesi a Mario Poltronieri - come a Martellini, De Zan, Rosi, Alfredo Pigna...- di suggerirmi e aiutarmi nelle mie prime regie. "Non preoccuparti - mi disse Mario, che nei vecchi box di Monza s'era ricavato una postazione cronaca in una torretta da cui vedeva il rettilineo di centro - io da qui vedo tutto!". Mario aveva una grandissima esperienza, interpretava la corsa da maestro... ma guardava poco il monitor. Ad Imola, in Variante bassa, durante un GP, tutto il mondo vide un magnifico testa-coda di Niki Lauda, eccetto lui... Anche oggi, alcuni telecronisti guardano poco il monitor e sviliscono il valore delle immagini e l'esito del programma.

Viaggi di studio agli Europei di Atletica di Stoccarda e alla Maratona di New  York

Per i Mondiali di Atletica, chiesi all'Azienda viaggi all'estero per i registi e ognuno di noi si impegnò a farne una relazione. Roma '87 cominciò due anni prima con un Seminario organizzato dalla IAAF, al quale partecipò Raimo Pils, responsabile dei Mondiali di Helsinky  dell'83. Io, incaricato del coordinamento di regia, avevo previsto un lavoro di equipe, con una serie di riunioni di studio e di documentazione in videoteca, con consulenze e ricerca sul campo. Riuscii, allo Stadio dei marmi, con alcuni atleti, un consulente ed un operatore, a realizzare tutte le inquadrature possibili per le corse e tutti i concorsi: era il mio primo tentativo di trovare l' "alfabeto di ripresa" per l'atletica. 

Tutti gli sport di routine.

"Non sei un regista - si dice - se non hai perso almeno un gol!" Io il mio lo persi all'Olimpico in una partita di calcio pomeridiana. Per fortuna andava in onda in differita alle 19.00, con il commento da tubo. Ebbi tutto il tempo per coprire il misfatto.  

Con Gilberto Evangelisti era molto florido in quegli anni il pugilato in Italia e a Montecarlo.

Contrariamente a quanto avviene con i giocatori di calcio, il pugilato consente di avvicinarsi agli atleti: nelle operazioni di peso, nelle conferenze stampa, a cena, negli alberghi. E qualche volta si diventa anche amici. “Come stai, sei in forma?” “Sto benissimo, vinco di sicuro!” “Beh! Di sicuro non si può mai dire…” “No, no! Vinco sicuro: ho un’idea, un’idea vincente!” . Quella sera, dopo appena due round, il mio amico era steso al tappeto…”Come mai?” “Mannaggia...M' ha rubato l’idea!”
 


 

69° Giro d’Italia
 


1987

Viaggi di studio ai Goodwill Games di Mosca e ai Mondiali Indoor di Atletica di Indianapolis.

Tre vivi diversissimi ricordi. Una planimetria dello stadio Lenin con un centinaio di postazioni camere, previste già nella fase di costruzione dell'impianto sportivo (se penso al nostro rapporto tra impianti ed esigenze televisive...!). La notizia, ricevuta nel dipartimento sportivo della televisione russa, che una seria ricerca scientifica  dimostrava che un regista non riesce a seguire contemporaneamente più di quattro o cinque monitor. Ritengo che sia assolutamente vero (il che apre un bel capitolo sulla organizzazione della regia). Il terzo ricordo è la professionalità, l'affabilità e l'amicizia di Paolo Rosi.  

Coordinamento di regia (sei registi) e regia finale dei Campionati del mondo di Atletica di Roma. Cfr.sito.

All'epoca - mi dissero - costituirono la maggiore concentrazione di mezzi tecnici e di regie che la Rai avesse mai messo in un solo luogo. In effetti, sono stati i Mondiali del rilancio dell'immagine dello sport Rai sul piano internazionale e, per me, un salto di cultura professionale nel passaggio dal singolo regista ad un gruppo coordinato in un progetto. Dopo vent'anni, a tutt'oggi (2007) la RAI produce lo stesso tipo di atletica ed ha saltato a piedi pari due Seminari Internazionali (Madrid 2003 e Atene 2004) sulle nuove prospettive di ripresa: l'event presentation. Siamo quasi daccapo.

Relazione sulla “Semiologia televisiva del calcio” al Seminario di Berlino 1987. Cfr. sito.

Al secondo seminario sulle riprese del calcio (il primo si tenne a Buenos Aires nel 1977, in previsione del Mondiale 78) portai due relazioni: i risultati di una ricerca su "La semiologia televisiva del calcio" e alcune considerazioni su "Le immagini di sintesi nel calcio televisivo". Della prima avete notizia sul sito; la seconda provocò le ire del rappresentante della Uefa, fieramente avverso ad ogni tipo di "moviola in campo". 

Con questo Seminario iniziò il mio lavoro di coordinamento della regia per i Mondiali di calcio del 1990. Per capire, bisogna riportarsi all'epoca e all'Italia: intorno alla ripresa della partita c'era il vuoto. Nell'opinione diffusa, il regista della partita era un cretino al quale ogni telecamera in più avrebbe aumentato la confusione; i competenti di ripresa del calcio erano ovviamente i (supposti) competenti di calcio, del tutto ignari di regia. Io cominciai subito a parlare di strutturalismo e di semiologia e tornando da Berlino mi battei per una "personality camera" fornita di ottica lunga... Un pesce fuor d'acqua?

Regia dei Gran Premi di F1 di San Marino e Monza

"... e poi c'è Tomassetti che le telecamere le estrae a sorte!" scrisse un giornalista dopo una gara che non gli era affatto piaciuta. Io, invece, ho trovato molto divertente la sua nota di regia.

Relazioni al Seminario di produzione UER-FOCA: Posizionamento delle telecamere in F1, Possibile uso del Teletext in F1.

L'attività seminariale è stata molto intensa a cavallo degli Anni '80, ad opera dei Broadcasts, delle Federazioni e della stessa Eurovisione. L'avvento delle televisioni tematiche e commerciali ha cambiato profondamente il lavoro di prospettiva, a favore del risultato immediato. Ne è uscita sconfitta la ricerca, la regia, il concetto stesso di regia, relegato a componente non prioritaria nella produzione. "I registi non si sono mai incontrati e non hanno mai discusso niente tra loro.": questa è la confessione autentica di un mio amico regista agli Europei di Calcio del Portogallo. Non credo che la situazione fosse migliore ai Mondiali tedeschi 2006: ogni partita era diversa dall'altra.

  

Tutti gli sport di routine: calcio, basket, pallavolo, nuoto, pallanuoto, pugilato, atletica, scherma, ciclismo e anche la Tirreno-Adriatico.

Si guardarono per un po', seduti uno di fronte all'altro, Adriano De Zan e Bobby Solo, in una bella cena ad Acquaviva Picena, dopo una tappa della Tirreno-Adriatico, in attesa dello spunto per avviare una conversazione. "Mi scusi - disse infine Adriano, misurando una ad una le parole - Io mi sono permesso, una volta, di modificare il testo di una sua nota canzone... Una lacrima sul coso... Lei cosa ne pensa?". Sgomento! La serata poteva concludersi lì...
 


 

Goodwill Games di Mosca


Con Paolo Rosi




















7° Gran Premio di San Marino




 


1988

Regia dei Gran Premi di F1 di San Marino e Monza.

E' cosa nota: alla fine di una partita o di una gara, il regista potrebbe non sapere come è finita o chi ha vinto. Perchè? Probabilmente perchè si è concentrati su quanto sta andando in onda in quel momento e lo si archivia il momento successivo. Altri registi accusano gli stessi sintomi: forse la mancanza di memoria è una malattia professionale.

Regia del 71° Giro d’Italia

De Zan o Dezan o Dezzan ("Come lei preferisce"), cantore del ciclismo e surreale affabulatore di donne, andava spesso al cinema la sera e a messa tutte le domeniche del Giro. Non mangiava quasi: pilluccava gli antipasti in attesa dei primi e dei secondi. Li saltava entrambi per arrivare ad un gelato alla vaniglia e concludere, sempre, con un: "Cameriere! Una Sambuca al regista e un Amaro Averna per me!"

Preparazione dei Mondiali di calcio  

Nel 1988 ero già stato trasferito al Pool Sportivo e lavoravo intensamente per il coordinamento dei Mondiali di calcio. Avevo impostato un programma complesso: lo troverete descritto nella relazione che feci, a consuntivo del Mondiale, per la rivista dell'EBU-UER. Cfr.sito.

Realizzo tutti gli sport di routine e ho documentazione della prima personalizzazione del GP di F1 a Interlagos.  

"Qual'è la regia più difficile?", mi chiedono spesso. Non è una battuta rispondere che è quella che non si è preparata. Bisogna valutare dando per scontata una corretta preparazione. Anche se il sistema di ripresa con cui si affronta la disciplina non è esaustivo circa la difficoltà della regia, teoricamente parlando, la regia più complessa è quella del sistema ad estrapolazione (atletica, formula 1, golf...). Già qui bisogna fare delle differenze: una cosa è la scelta (l'estrapolazione) tra performance programmate (le corse e i concorsi in atletica) e tutt' altra è quella della Formula 1, dove gli accadimenti sono casuali. Sempre teoricamente parlando, la regia del sistema di ripresa sull'asse centrale (quella del calcio e di tutte le discipline di palazzetto) sembra essere più complicata di quella del sistema sequenziale (la discesa libera, una corsa ciclistica). La prima alterna totali e campi stretti giocandoli sul tempo reale; l'altra mette le inquadrature in successione ordinata. Basta poco, però, a complicare il tutto: la partita può essere male interpretata, la sequenza può essere ricostruita su tempi differiti.
 


 

8° Gran Premio di San Marino




71° Giro d’Italia




Gran premio del Brasile (personalizzazione)


1989

Saggio sulla semiologia del calcio: "La partita immaginaria" in Prometeo-Rivista di scienze e storia, 3/89

Ricerca e sperimentazione sulle riprese del calcio.

Successe altro, fuori dalla regia. La mia presenza, con il ruolo di un impiegato, alle riunioni di preparazione del Mondiale, presenti tutti i broadcast del mondo; nei rapporti tra dirigenza aziendale (un vicedirettore generale e vari direttori di settore) e il vertice COM (comitato organizzazione mondiale, presieduto da Luca Cordero di Montezemolo), era stridente. Contavo assolutamente nulla nella gerarchia aziendale e rappresentavo la regia del mondiale della RAI. Un giorno, quasi scusandosi, Gilberto Evangelisti mi consegnò una lettera: "E' quanto posso fare in questo momento". Era il primo livello di regia, quello dei registi fantasma della fiction RAI, quello che non poteva contrattualmente essere riconosciuto ai registi di Testata. Io l'ebbi per il coordinamento del Mondiale di Calcio e sono felice di aver aperto una strada: dopo qualche anno l'ebbero tutti coloro che facevano lo sport, con la motivazione che io ce l'avevo.

Regia dei Gran Premi di F1 di San Marino e Monza.

Relazione di apertura dei Mondiali di Atletica di Tokio

Toccò a me a Tokio, come coordinatore della regia di Roma 87, la relazione introduttiva che Raimo Pils, coordinatore di Helsinky 83, tenne a Roma nel Seminario che precedeva i nostri Mondiali. La trovate nel sito.

Viaggio di studio su nuove tecnologie negli Stati Uniti.

Relazione al Convegno di Capri.

Non era una relazione ma una discreta e poetica immaginazione della partita televisiva, per parole e immagini: il punto di vista di un regista per il Mondiale del gioco del Calcio. Ne ho il testo senza le immagini di accompagnamento.

Impostazione e relazione al Convegno di Verona.

Il Seminario di Verona è - insieme a quello di Baires del '77 e Berlino dell'87 - una delle tre fonti di quel poco di letteratura esistente sulla ripresa della partita di calcio. Invitai i migliori del mondo, ciò nonostante credo che il primo e il secondo abbiamo prodotto più del nostro. Stanchezza dei temi proposti? Esaurimento degli stessi? Stasi della ricerca?
 


 

Saggio sulla semiologia del calcio: "La partita immaginaria" in Prometeo-Rivista di scienze e storia, 3/89






















Convegno di Verona


1990

Regia del 73° Giro d'Italia.

Anzi: della sua terza  parte! Gli impegni del Mondiale suggerirono all'Azienda di dividere il Giro tra tre registi, uno per ogni settimana: mi spettava ed ottenni la settimana finale.

Coordinamento di regia  e regia  dei Mondiali di Calcio.

E’ probabilmente l’evento televisivo mondiale più importante della storia della Rai, con le Olimpiadi del 1960 e il Giubileo. Per quanto mi riguarda, comincia con le relazioni al Seminario di Berlino dell'87; l'impostazione è nel saggio di Prometeo, Rivista di Scienze e  Storia, “La partita immaginaria”, 3/89; nella sperimentazione, la ricerca, la formazione, i materiali didattici realizzati sulle riprese della partita di calcio. Completa la preparazione il Seminario di Verona dell'89 e la Conferenza di produzione di Pesaro, 1990. Ne riassume il percorso l'articolo “Flashback on the 1990 World Cup”, 11/90, in EBU Review, Geneve.) (Cfr)

Non racconterò i retroscena dei Mondiali di Calcio che sono stati, forse, il mio più grande impegno RAI e dal quale non ho ricevuto neppure il diplomino che l'Azienda dette a tutti i partecipanti. Conservo invece l'impegno manoscritto con il quale, dietro la rinuncia alla regia della finale che - per pressioni politiche - fu improvvisamente  destinata ad altri, si chiedeva per me il passaggio alla dirigenza e - nell'attesa - l'equivalente compensazione economica. Questa non è mai arrivata in busta paga. Quando, nel 1991, si parlò di dirigenza e si arrivò a definire il mio compito, non parve vero confondere il "coordinamento di regia" (funzione inesistente nel contratto di lavoro, ma che avevo svolto e per la quale venivo gratificato) con il "coordinamento dei registi", funzione con la quale in Azienda si amministra il personale. Di più! Come dirigente, non avrei più potuto fare la regia, mansione delegata agli impiegati e non ai dirigenti! Tant'è! Feci felici tutti (e soprattutto me stesso): io - un marziano tra i politici - tornai su Marte, al mio lavoro di regista.

Coordinamento di regia (due registi) e regia della Coppa Internazionale di Nuoto di Roma.

Si comincia a provare il Mondiale di Roma 1994.

Partecipazione al Seminario FIN di Barcellona,1990.

Primo studio delle telecamere subacquee e del carrello aereo.

Partecipazione  al Seminario IAAF di Istanbul 1990.

Appassionate discussioni sull'organizzazione di un Meeting di atletica (con visioni sul Bosforo) e particolare riferimento alla funzione della Mixed Zone.

Coordinamento di regia (tre registi) e regia dei Mondiali di lotta di Ostia.

Esistono avvenimenti sportivi divisibili tra più regie, quelli parzialmente divisibili e quelli non divisibili. L'esempio più chiaro di divisibilità è l' Atletica in cui corse e concorsi possono essere realizzati ciascuno da una regia e messi in onda da quella finale, detta di coordinamento. La Formula 1 può essere divisa tra pista, box e replay, ed essere arricchita da una gestione separata di microcamere ed elicottero: ma le decisioni sono prese in regia centrale, quella della pista; la discesa libera può comportare una regia alta e una d'arrivo, ma è questa che dètta i tempi e mette in onda l'altra. Più difficile, se non impossibile è dividere la regia del calcio, eccetto che per i replay: la partita la fa un solo regista e decide tutto lui, compreso la durata dei replay.
 


 

Mondiali di Calcio.


In conferenza




Seminario FIN di Barcellona




Flashback on the 1990 World Football Cup


1991

Coordinamento di regia (quattro registi) e regia dei Mondiali di Sci nordico di Val di Fiemme.

Introduzione del sistema di pre-avviso per la individuazione dei migliori tempi parziali.

Mi chiamò la nostra coordinatrice dell'Eurovisione per dirmi che i giornalisti del nord Europa venivano spesso a complimentarsi per le riprese, che certamente erano in mano ad  "un grande esperto della disciplina; che conosce bene tutti gli atleti; che non ne sbaglia uno e ad ogni intermedio va sempre sul tempo migliore!". La verità era che io non conoscevo nessun atleta e, proprio per questo, avevo inventato un sistema di pre-avviso con il quale riuscivo a sapere in anticipo il tempo di passaggio dei concorrenti. (vedi sito)

Qualche anno dopo, mi riferì un nostro telecronista che era stato ad una conferenza di produzione, impostando un Mondiale di Sci Nordico, qualcuno disse: "Usiamo il sistema italiano?" e la Wige-Mic , società di cronometraggio e informatica, introdusse il sistema di preavviso come servizio e lo offrì in linea ai telecronisti e alla regia.

Mi consola il maestro riconosciuto delle riprese di Sci Nordico, il mio amico Marc Usivori: "Ho anch'io in regia i dati della Wige-Mic, ma preferisco come te parlare con gli spotter (avvistatori) che sono sul percorso."

Coordinamento di regia  (tre registi) dei Campionati Europei di Basket di Roma.

E' stato il primo avvenimento nel quale ho lavorato per il solo coordinamento della regia, senza fare la regia. Non ho più ripetuto il ruolo ma lo replicherò, prima della pensione, per offrire maggiori opportunità ai miei colleghi.

Regia del Campionato del Mondo di Mountain Bike al Ciocco.

Ahimè! Venivo dall'esperienza della Val di Fiemme ed ero pronto alla prima discesa in diretta della storia del campionati del mondo (come poi avrei fatto in Val di Sole con la canoa! ). Non fu possibile: nelle forre del Ciocco non c'erano le condizioni per far uscire i segnali dal bosco e trasmetterli in regia. Fu tutto registrato e montato.

Corso di formazione del personale della TV algerina sulla ripresa della partita di calcio.

Ai colleghi algerini, meno fortunati di me, detti quanto mi era possibile (compreso un clinometro, uno strumento per misurare l'inclinazione delle telecamere rispetto al terreno di gioco).

Viaggio di studio agli Europei di Siviglia 1991.

Viaggio di studio ai Campionati del mondo di canoa di Lubiana. 

Regia del GP di F1 di Imola.

Alain Prost scivolò sulla pista bagnata infossandosi alla Rivazza durante il giro di ricognizione: molti ferraristi abbandonarono le tribune. Probabilmente non ho fatto il GP di Monza (non ne trovo traccia): per qualche anno, la RAI divise l'esclusiva con Fininvest, che realizzava in proprio il Gran Premio.

 

Finalmente ho (in agenda) la documentazione degli altri sport: basket, calcio, tennis, ippica, pallavolo, scherma, KL, F3, pugilato, canoa fluviale, pallanuoto, ippica, vela, ciclismo minore; il Motor Show (che avevo impostato nel 1987, alla presenza del capo ufficio stampa della Fiat) e lo sci dell'eterna Val Gardena. Inoltre, personalizzavo la F1 ad Interlagos e nei circuiti europei: ricordo Montecarlo,  Silverstone, Magny Cours, SPA Francochamps. Lavoro anche per il Settore Formazione dell'Azienda e tengo vari corsi.

Corsi sulla regia dello sport a giornalisti, aiuti alla regia e altro personale aziendale: l'8-9/1, il 26-27/9, il 17-18/10, il 21-24/10, l' 11/11.

Non sono sport di routine il Golden Gala di Atletica o le partite della Nazionale e di Coppa.
 


 

Europei di Siviglia
 


1992

Regia della Scherma alle Olimpiadi di Barcellona. Co-produzione ORTO-RAI. 30/7-7/8 -1992

Le Olimpiadi si fanno in due modi: smistando le discipline altrui da uno studio o realizzando una disciplina: io preferisco questo modo.
 

Regia dello Ski de vitesse (chilometro lanciato) alle Olimpiadi invernali di Albertville.

Fu una co-produzione ORTO-RAI , televisione olimpica-RAI, alla prima partecipazione della nuova disciplina ai Giochi Olimpici. 16-22/2/1992.

Feci una sola prova delle disciplina, oggi dimenticata, sullo Stelvio, l'anno precedente, con tre sole camere."Accetti almeno un rimprovero scritto!" "Non ci penso nemmeno!". Fui accusato dall'Azienda di "oggettiva e indebita rilevanza promozionale di alcune immagini" per via della cartellonistica che era stata posizionata sulla pista: è un'accusa che serve a nascondere il problema della pubblicità clandestina in tv.  Rifiutai la sanzione e finimmo davanti al giudice del lavoro. "Ma lei - mi chiese il giudice Della Pietra - perchè ha messo quella pubblicità sulla pista?" "Io!?" replicai esterrefatto. "Se non l'ha messa lui, voi cosa volete?" replicò agli avvocati aziendali. Uscii con la sentenza "in via equitativa" di derubricare la sanzione ad "ammonimento verbale" ma - pretesi - che non se ne potesse tener conto ai fini della recidività. Per continuare a fare il mio mestiere.
 

Regia dei Campionati Europei Indoor di Atletica di Genova.

Posizionai una camera telecomandata sull’azimut della linea del finish dei 60 m; poi, con un accorgimento tecnico, ruotai l’immagine di 90° in modo di vedere la corsa in orizzontale (ma dall'alto) dalla partenza all’arrivo.
 

Regia del GP di F1 di Imola

Regia del 75° Giro d'Italia

Il peggiore... Mondiale di calcio imperante, nessuno aveva interesse ad investire nel ciclismo, le cui riprese andarono man mano degradando. Il Giro era diventato uno stanco rituale del quale avrei voluto liberarmi: ci pensò la RCS affidandolo alla Fininvest. Il suo gruppo dirigente e il mio amico Popi Bonnici lo rilanciarono, concedendo mezzi tecnici e spazi di palinsesto del tutto inusuali per la disciplina. Popi Bonnici, in Fininvest e poi Mediaset, ha rappresentato il primo esempio di regia alternativo a quello della RAI, con una forte impostazione europea e internazionale.
 

Coordinamento di regia (tre registi) e regia della Coppa d’Africa di calcio in Senegal. Co-produzione  RAI e TV Senegalese, nell’ambito dei programmi di cooperazione del Ministero degli Esteri. Corsi di formazione e integrazione del personale  tecnico.

Il corso si svolse in Italia, l'anno prima della Coppa d'Africa a Dakar e Ziguinchor, invitando cameramen, replaysti e registi della tv senegalese e offrendo loro lezioni teoriche e affiancamento sui campi di calcio. "Complimenti! - mi disse un collega di spirito - Ho saputo che ti sei messo a fare la tv in bianco e negro!". Poi realizzammo le partite in Senegal.
 

Relazione sul Calcio in TV al Seminario di Coverciano.

Partecipazione al Seminario UER-IAAF di Francoforte.

Regia del pre-mondiale del Campionato del mondo Canoa/Kayak in Val di Sole. Cfr sito.

Saggio sui  sistemi di ripresa: “Sport in diretta”, in Prometeo-Rivista di Scienze e Storia, 6/92.

Conosco almeno tre tipologie di registi dello sport in diretta, tre radici professionali. Il primo è quello di origine tecnica: in RAI è stato Mario Conti a rappresentarlo al meglio. Esiste poi (come nel cinema americano) il regista-produttore. In Italia potrebbe essere Danilo Zanon (ex di Tele+), ma anche Angelo Carosi ha competenze di questo tipo. Io ammiro questi colleghi ma non sono capace di essere produttore di niente e sono portato a lasciare ai tecnici le proprie competenze e a contare sul loro autonomo contributo. Vengo da una regia che si colloca nella produzione, confina con la tecnica e il giornalismo, ma vive nel proprio spazio: quello che elabora il linguaggio audiovisivo. La mia origine è nello strutturalismo, nella semiologia e - più lontano - nei sistemi culturali.
 

Inoltre: Coppa Italia, Nazionale di calcio e calcio femminile; ciclismo Coppa Placci, giro dell'Emilia, giro del Lazio; atletica, basket, pugilato, Maratona, scherma, equitazione, ginnastica artistica, baseball;F3 a Imola, Misano, Pergusa,Varano, Imola; oltre al Motor Show e la discesa della Val Gardena. Continuano Selezioni assistenti alla regia e corsi a praticanti giornalisti (22-23/6).
 


 

Olimpiadi di Barcellona


Olimpiadi invernali di Albertville.


Campionati Europei Indoor di Atletica


Coppa d’Africa di calcio in Senegal


Coverciano


Coppa Placci


Motor Show


Prometeo
 


1993

Regia del GP di F1 di Imola

Coordinamento di regia (tre registi) e regia finale della Coppa Europa di Atletica di Roma.

Un meeting di Atletica che ricordo per la prima utilizzazione grafica dell’”atleta virtuale”. L'atleta corre sulla corda della pista, insieme a quelli veri, con i tempi del record del mondo. Non poteva avere molta fortuna: arrivava sempre primo e, soprattutto, rendeva evidente il distacco inflitto agli atleti veri!

Coordinamento di regia (due registi) e regia dei Campionati del mondo di Canoa-Kayak  di Val di Sole.

Ricordo bene il passaggio dai grandi progetti di approntamento degli impianti e di sistemazione della valle in Val di Fiemme e la sobrietà di questi Mondiali in Val di Sole, che utilizzava le tende dei militari come spazi per i broadcast. Era esplosa "mani pulite" e nessuna amministrazione pubblica erogava più una lira!  Ma la regia vive in tutt’ altro pianeta: m'importava essere riuscito ad ottenere alcune significative modifiche nelle regole della disciplina e realizzai la gara di discesa in diretta, contro ogni convenzione precedente, istituendo due postazioni cronometriche intermedie, come si fa nello sci di fondo. Venivo dall'esperienza della Val di Fiemme e sapevo come fare.(Cfr sito) 

Regia e coordinamento di regia (quattro registi) del Golden Gala di Atletica.

"E' morto Fellini, lo sapete? Dispiace a tutti... in fondo era un collega!" Sono proprio fuori linea: non sapevo di essere un collega di Fellini.

Inoltre, tutti gli sport di routine: la Nazionale di calcio, la Coppa Italia e la Coppa UEFA; la Milano-Sanremo; il pugilato; il Derby a Capannelle, l'equitazione a Bagnaia, la Maratona di Carpi e di Venezia, la F3 a Binetto e Pergusa; il Motor Show di Bologna; Val Gardena e Dobbiaco; i Corsi di formazione (2/11).
 


 

Coppa Europa di Atletica a ROMA


Campionati del mondo di Canoa-Kayak  di Val di Sole



Maratona di Carpi


1994

Regia del GP di Imola

Fu per me, dopo lo shock della morte di Villeneuve nell'82, l'anno più doloroso della F1. Ayrton Senna morì nel GP del 1° maggio al Tamburello, dopo che era morto Roland Ratzenberger alla Tosa il giorno prima. Trattai le due tragedie con la pietà che mi consentiva il dovere dell'informazione: ho impedito che si vedesse colare materia cerebrale dal casco di Ratzenberger; due pioppi, che facevano da schermo alle immagini dall'elicottero, aiutarono Senna ad uscire di scena con discrezione.

Regia e coordinamento di regia del Golden Gala di Atletica.

Regia del Campionato del mondo di Nuoto a Roma dall'1 al 10 settembre.

Un modesto Mondiale: nonostante la bellezza del contesto in cui sono inseriti gli impianti del Foro Italico, quella piscina non offre nulla alle moderne tecnologie di ripresa (camere subacquee, carrelli aerei).

Inoltre: Nazionale e Under 21, Coppa UEFA, Coppa Italia e calcio femminile; la Tirreno-Adriatico e Lombardia , l'Atletica  a Formia, San Marino; cross, canoa, nuoto, F3, pugilato, tennis, ippica, pallavolo, Motor Show.

La Val Gardena è annullata: ci vado in vacanza.

Io, uomo di campagna, ho amato le alte montagne e le valli in cui ho lavorato. Le Dolomiti della Val Gardena e quelle della Val Badia con le discese e il gigante; la Tre Tre di Madonna di Campiglio con lo slalom; la Val di Fiemme per i due mondiali di sci nordico e la Marcialonga; la sua dirimpettaia Val di Sole e il torrente Noce per la canoa fluviale; Cortina d'Ampezzo e le Tofane, per lo sci e il Mondiale di tiro con l'arco; Dobbiaco, Brunico e la Val Pusteria per lo Snow Board. Conosco la Valtellina e il parco dello Stelvio dai Mondiali dell'85, a Bormio e Santa Caterina, e nel 91 ho lavorato sul ghiacciaio per il chilometro lanciato. L'ho replicato nel 92 in Francia a Les Arcs, per le Olimpiadi invernali di Albertville. Ho fatto finali di coppa e le Olimpiadi di sci al Sestriere e a San Sicario; l'atletica al Sestriere e il parallelo di Natale a Pila in Val d'Aosta. E come dimenticare il ciclismo delle tappe di montagna di ben sette Giri d'Italia in un paesaggio completamento diverso, a maggio, mentre le nevi si stanno sciogliendo?

Sono salito troppo in alto? Compensa la regia sotto il livello del mare, per i record di immersione nelle acque siciliane e quelli di permanenza sott'acqua all'isola di Ponza.
 


 

14° Gran premio di San Marino






la tragedia...






Meeting di Atletica di Formia
 


1995

Regia e coordinamento di regia dei GP di F1 di Imola e Monza.
 

Coordinamento di regia (due registi) e regia dei Campionati del mondo di Speed Skating a Baselga di Pinè(Trentino).
 

Regia della Coppa Europa di Ginnastica Artistica  al Palaghiaccio, Roma.
 

Essendo la ginnastica sport essenzialmente europeo, è un campionato del mondo.

Coordinamento di regia  (tre registi) e regia dei Campionati del mondo militari di Atletica  (Roma)
 

Impostazione dello Studio e delle riprese del TG2 20.30

Come si può essere così presuntuosi ed ingenui? Chi può rivoluzionare la produzione dell’informazione del telegiornale (e l’ informazione stessa)? Mi era stata chiesta un’assoluta novità nella scenografia e nell’impostazione del TG2, seppure temperata dalla garanzia di poter continuare ad usufruire dell’esistente. Ho immaginato uno studio circolare, in cui il conduttore potesse muoversi in assoluta libertà, facendo riferimento a tre vidiwall posizionati a 360°. Come alimentare questi vidiwall? Con la parte, la controparte e le immagini. Oppure con l’intervista da una parte e le immagini (di copertura) dall’altra, mixati dalla regia. Non è questo il senso stesso dell’informazione democratica? Non dava questo la maggiore libertà possibile al giornalista gestore dell’informazione e al regista suo realizzatore di studio? No!  Avrei dovuto rivoluzionare i modi della produzione del TG e questa è solo ingenuità e molta presunzione…
 

Inoltre: Nazionale,Coppa Italia, Coppa UEFA, pallavolo, ciclismo, Giro del Trentino, Lombardia,  pugilato, ginnastica ritmica, tennis, basket,  canottaggio, pallanuoto, nuoto, canoa, ippica; F3 GP Lotteria, Mugello, personalizzazione della F1 a Magny Cours, Montecarlo e in Germania; atletica, Maratona di Torino, Motor Show di Bologna;sci, snow board, Marcialonga in Val di Fiemme; Gardena e Madonna di Campiglio; Corsi Formazione (17/1 e 13/6).
 


 

Gran Premio di F1 di Monza


Campionati del mondo di Speed Skating


Coppa Europa di Ginnastica Artistica  a Roma


1996

Regia e coordinamento di regia del Campionato del mondo jr. di Sci Nordico (Asiago)
 

Regia e coordinamento di regia (quattro registi) del Golden Gala.

Con grande rammarico, ho perso qualche mostra nelle città in cui sono andato;  raramente un museo; mai un tempio o un'area archeologica importante. Il sopralluogo o le riprese consentono quasi sempre il tempo sufficiente per una visita e ho sempre viaggiato con un libro o le guide rosse del Touring.
 

Coordinamento di regia (quattro registi) e regia finale del Grand Prix di Atletica di Milano. (Riapertura dell’Arena di Milano).
 

Regia italiana dei Campionati Europei di Calcio in Inghilterra.

C'è una enorme differenza tra la "regia dell'evento" e la "regia di personalizzazione" o quella di "integrazione" anche denominata "italiana": la regia dello sport è quella dell'evento sportivo. Le altre sono  regia del contorno, fatta con poche camere, spesso senza nessuna incidenza sulla regia dell'evento, se non addirittura gestita da uno studio che fa da cornice e da transito. La personalizzazione e' essenziale e la televisione non ne può fare a meno. Ha la dignità della testata locale rispetto a quella nazionale, va incontro ad esigenze reali ed è spesso gestita direttamente dal giornalista. Ma non è la Regia dell'Evento, la cui titolarità spetta al solo Regista dell'Evento, il quale riceve dal direttore di testata solo l'indicazione editoriale. Quando, per rispetto del contratto e per disciplina aziendale, accetto di fare la regia di personalizzazione o di integrazione, tengo ben distinta la firma e sono ben consapevole del ruolo. In ogni caso, dopo tanti anni di regia in esterni, non sono più interessato a quella da studio e meno che mai alla post-produzione.
 

Inoltre: Nazionale, Under 21, Coppa UEFA, Coppa Italia,  pugilato, atletica, nuoto, pallavolo, scherma, tennis, basket, canottaggio, equitazione, ippica, ginnastica, football americano;F3  al Mugello, Magione,Vallelunga, Motor Show; Val Gardena, snow board. Formazione 14/10 e 2/12

"Per questa trasmissione, posso darti solo 4 telecamere. Però ti prego, se ti è possibile, usane solo 3 e con la quarta... fammi vedere una cosa nuova!" (Marino Bartoletti, nuovo direttore di Rai Sport).
 


 

Campionato del mondo jr. di Sci Nordico ad Asiago


Roma - Golden Gala


Grand Prix di Atletica di Milano


Campionati Europei di Calcio in Inghilterra


1997

Regia dei GP di F1 a Imola e Monza
 

Regia e coordinamento di regia (quattro registi) del Golden Gala
 

Regia del Campionato del Mondo di Snow Board di San Candido.

Discipline sportive ed ambiente del tutto nuovo rispetto a sci alpino e nordico: gioco, musica, abbigliamento consono all'evento (e costoso quanto l'altro).
 

Coordinamento di regia (due registi) e regia finale del Campionato del Mondo di Cross (Torino).

Il gran capo dell'Atletica mondiale, Gino Nebiolo, prova a portare il cross - disciplina di campagna - all'interno della città: sfrutta il lungo Po e il parco del Valentino, costruendo una pista di terra appoggiata all'asfalto e ricoperta da un tappeto erboso. Il tutto viene smontato il giorno dopo il Mondiale.
 

Inoltre: Nazionale,Coppa UEFA, Coppa Italia, pugilato, scherma, ginnastica, ciclismo, pallavolo, pallanuoto, atletica; un roller race, il Motor Show e la manifestazione a Roma per il 50° della Ferrari; sci in Val Gardena e corsi di formazione a Perugia  il 5/5, il 27/10 e dall'11 al 14/11.
 


 

Gran premio di San Marino


Campionato del Mondo di Snow Board di San Candido


Campionato del Mondo di Cross (Torino)


1998

Nuova impostazione del ciclismo.

E' il Ciclismo della nuova serie, quella post-Mediaset. Palinsesto, mezzi tecnici, preparazione, hanno come riferimento i Giri della concorrenza, per eguagliarli, se non superarli. Guida il tutto Giovanni Bruno, nuovo direttore e appassionato ciclista. Siamo assolutamente all'altezza, utilizzando mezzi di ripresa in movimento che sono della RAI e italiani. Sulla nuova copertura del ciclismo, l' uso in diretta delle microcamere sulle biciclette, il sistema di ritardo, camera ipogea e quant'altro, vedi il sito. (foto rivista)

Regia dell’81° Giro d’Italia  e delle grandi corse ciclistiche: Tirreno-Adriatico, Milano-Sanremo, Giro di Lombardia

"Assessore, mi indichi i monumenti della sua città e mi dètti anche una frase, una dedica illustre che riguardi Schio. Non una frase lunga... una citazione, che sia storica e popolare, se possibile..." L'Assessore non capiva. "Le faccio un esempio: Urbino ventosa... Giovanni Pascoli; oppure: Matera, i Sassi, patrimonio universale dell'umanità" S'illuminò. "Anca noi g'avemo una frase storica e popolare insieme." "Mi dica!""Schio, urinal de Dio!" . "Lasci stare assessore, non le rende..." "Ma qui piove sempre!" "Lasci  perdere, lei rischia alle prossime elezioni!"
 

Regia dei GP di F1 a Imola e Monza.
 

Inoltre: Nazionale, Coppa Italia, Coppa UEFA, Under 21, calcio a 5; nuoto, tennis, boxe, atletica, ippica, ciclocross, canottaggio; Maratona di Venezia, cross internazionale a Scicli. Corso di formazione (27-28/1)

La Regione Sicilia ha fatto, in passato, una bellissima politica dello sport. Organizzava pugilato a Capo d'Orlando, Marsala, Trapani, Ribera, Siracusa. Ha ospitato un Mondiale di ciclismo e le Universiadi. Io ho fatto corse a Pantalica, nella Valle dell'Anapo e un Giro che partiva da Modica; si faceva pallacanestro  ad Agrigento, pallavolo e pallanuoto a Siracusa; ginnastica e nuoto a Catania; i record di immersione a Milazzo, la Nazionale a Palermo e l'Under 21 a Trapani... e molto altro. Il  tutto mi serve per dire che sono affascinato dalle rovine classiche greche e romane, dal barocco, dalle saline; dagli arabi, dai bizantini, da Monreale, da Erice, da Scilla e Cariddi; dalla matematica e dalla lingua; da Archimede, da Goethe viaggiatore e Stefano D'Arrigo; dal vulcano e dal mare, dalle agavi e i fichi d'india: troppe immagini mi legano alla Sicilia... Oggi di sport non ce n'è quasi più e si va molto poco in Sicilia e nel Sud in generale.
 


 


81° Giro d'Italia


18° Gran premio di San Marino


69° Gran Premio di Monza


1999

Regia dell’82° Giro d’Italia, Tirreno-Adriatico, Milano-Sanremo.

Ordinavamo, la sera, a cena dopo la tappa del Giro, e cominciò il gioco di chiedere una birra "Wescam". "Non la conosco. Qui da noi non c'è." rispondevano. "Peccato! Va molto di moda... E' una birra leggera, quasi aerea...". Fino a quando, un giorno, un cameriere con la faccia di bronzo ci disse: "Mi dispiace... l'ho finita!".


 
Coordinamento di regia  (quattro registi) e regia dei Campionati del mondo di ciclismo su strada del Veneto.

Ho fatto molte cose a Verona, compreso l'arrivo all'Arena della tappa a cronometro con cui Moser rimontò su Fignon e vinse il Giro d'Italia dell'86. Ma già da allora, in questo Mondiale e in quello successivo, era Verona, i suoi monumenti e la musica dell'Arena, che mi appassionava. Nel 2003 la città mi ha attribuito una medaglia d'oro. Grazie.

 

Regia e coordinamento di regia (tre registi) dei GP di F1 a Imola e Monza

Inoltre: Nazionale, Coppa Italia, Coppa UEFA, atletica indoor, cross a Scicli, basket, ciclocross, rally, pugilato, pallavolo, beach volley, snow board e sci.

 

Una rassegna stampa

“Io sui giornali non ci sono mai finito!” Lo diceva mio nonno ed era cosa che si sentiva di frequente quand’ero ragazzo. Invece, da grande, facendo questo lavoro, succede di essere citati o intervistati e di finire sui giornali, nel bene e nel male. Io non ho mai fatto una rassegna stampa del mio lavoro; leggo i commenti, esamino le critiche per potermi correggere e prendo atto degli apprezzamenti. Conservo alcune lettere di plauso (che non espongo, per par condicio con quelle di contestazione) e molti premi (che ritengo solo “mondani”). In un caso però, alla fine del Mondiale di ciclismo di Verona-Bardolino, mi viene offerta la rassegna stampa che mi riguarda.
 
Ecco cosa capita ad un “impiegato della regia”!


 

82° Giro d'Italia


Campionati del mondo di ciclismo su strada


19° GP di San Marino

 


2000

Mi viene tolto il Giro d'Italia.

Non è grave: ho avuto il migliore successo, il Giro è reimpostato e rilanciato, non può che ripetersi. Gravi sono invece i rapporti aziendali: tra me, i miei dirigenti e RAI Sport.

Regia e coordinamento di regia (3 registi) dei GP di F1 ad Imola e Monza

Regia italiana dei Campionati Europei di Calcio in Belgio e Olanda

Arnhem, Bruxelles, Eindhoven, Bruxelles, Italia-Olanda, Rotterdam...compresa la violenza della polizia contro i nostri telecronisti.

Regia dei Campionati del mondo di tiro con l’arco di campagna  (17° World Field Archery Championship),   Cortina d’Ampezzo 14-16/7.

Impostazione e regia delle partite di Champions League per Stream.

La RAI realizza la Champions per conto di Stream e per me è, in piccolo, riprendere la ricerca, le procedure, le modalità della preparazione di Italia 90. Vedi sito.

Discorso di fine anno del Presidente della Repubblica.

Vengo chiamato spesso dove c'è un problema, anche non sportivo, che coinvolge le istituzioni. Mi sento Cincinnato! Devo far capo alle esperienze pre-anni 80 (le tribune politiche, le dirette parlamentari...) per avvicinarmi ai Palazzi. Lo faccio con piacere, soprattutto per la familiarità del Presidente e della signora Franca di cui condivido le critiche alla televisione.

Inoltre: Nazionale, Under 21, Coppa Italia, Coppa UEFA,  calcio femminile; atletica, il Campaccio, la 5 Mulini; pallavolo, ginnastica, basket, pugilato, ciclismo, tuffi, ciclocross, trotto, pallanuoto, rally della Costa Smeralda.

Mi si offre la possibilità di lavorare fuori dalla RAI. Che cosa mi darebbe (oltre ai soldi)? Una condizione avanzata e specialistica dello sport monotematico; il mercato, ma solo nazionale e un rapporto vero tra costi e risultati. Non mi dà però l'evoluzione della regia, la ricerca nella regia, le discipline sportive. Resto in RAI, per convenienza professionale.
 


 

Campionati Europei di Calcio (personalizzazione)


Champions League


Mondiale di Tiro con l'arco di Campagna


2001

Regia del Campionato del mondo di tiro con l’arco a Firenze 22-24/3

Regia e coordinamento di regia (quattro registi)  dei Gran Premi di F1 di San Marino e Monza.

"La televisione generalista - direttore - è esattamente l'opposto della televisione generica. Per stare sul mercato, dobbiamo confrontarci con le televisioni tematiche, in ogni settore e nello sport in particolare. Come televisione generalista non possiamo dunque che essere la somma delle televisioni specialistiche." "E' veramente un bel concetto! - mi rispose Celli in visita a Monza - Bisognerà tenerne conto."

Regia delle partite di Champions League per Stream.

Nel 2002 sarà Angelo Carosi, regista passato da Telemontecarlo a Stream, ad impostare le partite di calcio. Danilo Zanon gestisce invece quelle di Telepiù. Le televisioni tematiche sono la seconda alternativa - dopo quella di Mediaset - all'ex monopolio RAI dello sport. Bonnici, Carosi, Zanon: credo nel confronto! In mancanza dei Seminari degli anni 80 e primi 90, quel poco di dibattito sulla regia dello sport avviene con loro e con i giovani colleghi della RAI, oltre che con gli esempi offerti dagli eventi internazionali.

Viaggio di studio a Lahti per i Mondiali di sci nordico.

Regia della Sfilata ai Fori Imperiali per la Festa della Repubblica.

Fa parte degli "istituzionali" e vengo chiamato dalla Rete Uno nel tentativo, voluto dal Presidente, di rilanciare la Festa della Repubblica. I mezzi militari, gli aerei, i soldati che marciano sulla musica della banda o della fanfara sono un esercizio di regia. Un gioco divertente... purché non si perda nessun corpo militare!

Regia e coordinamento di regia (tre registi) del Golden Gala di Atletica. Riunione IAAF Parigi.

Regia dei Campionati Europei di Canoa-Kayak all’Idroscalo di Milano.

Sperimentammo con successo le microcamere e i microfoni a bordo.

Corsi di formazione alla Televisione Tunisina per i Giochi del Mediterraneo a Tunisi (24-29/7).

"Sarebbe utile posizionare una telecamera qui..." "Qualcuno ci ha detto di posizionare una telecamera lì? No. E allora perchè prendere iniziative?" Poveri registi tunisini, oscuri impiegati di una non-regia aziendale!  Energie esistenti e malamente sprecate...!

Collaborazioni alle Università Cattolica (28/2) e Statale di Milano (11/6).

Inoltre: Nazionale, Coppa Italia, ciclismo Lombardia, basket, hokey, scherma, pugilato, canottaggio, pallamano, pallavolo;ippica a Capannelle; nuoto sincronizzato e  pallanuoto; sci in Val Gardena e anche il badminton, a Roma il 22-23 dicembre.

Dove sono stato? Dovunque in Italia e molto all'estero. Con sette Giri d'Italia, altrettante Tirreno-Adriatico e tanto altro ciclismo; con le centinaia di partite di calcio negli stadi di tutta Italia; con i palazzetti dello sport in ogni città e paese, per tutte le discipline di palazzetto; con le discipline acquatiche (piscine, laghi e fiumi), quelle di combattimento (pugilato, lotta, scherma); con tutte le località alpine delle discipline invernali... chi più ne ha, più ne metta. Ho poi girato tutti i Paesi Europei, fino in Islanda e in Svezia e in Russia; in molti  paesi del Mediterraneo, compresi alcuni africani (Tunisia, Algeria, Senegal) e alcuni nel mondo: Stati Uniti, Brasile, Giappone, Corea, Australia... Quando viaggio, sono affascinato dai paesaggi, innanzitutto; poi dall'archeologia, dall'architettura e dall'arte; dalla civiltà, la storia e la cultura dei popoli; poco o niente dalla cucina. E non viaggio mai senza una guida o un libro.
 


 

Mondiali di sci nordico







Sfilata ai Fori Imperiali








Campionati Europei di Canoa-Kayak








Giochi del Mediterraneo a Tunisi
 


2002

Regia e coordinamento di regia (tre registi) dei Pre-Mondiali di sci Nordico. Val di Fiemme.

Durante la conferenza di produzione del Mondiale spiegai la proposta dei segnali separati nello Sci Nordico. Fu accettata e la realizzammo l'anno dopo.(vedi sito)

 

 

Regia e coordinamento di regia (quattro registi) dei Gran Premi di F1 di Imola e Monza.

Ci riprovò l'Azienda (chissà quale oscuro ufficio di perditempo!) ad imputarmi l' evidenza della cartellonistica in un Gran Premio di F1 e m'invitò a difendermi su specifiche sequenze. Non aspettavo altro per dire quello che pensavo di un rituale di cui conoscevo finalità e procedure.  Fui colpito - però - da una tesi preceduta da un inciso: "manuale del linguaggio televisivo alla mano...".  Chiesi con chiarezza di indicarmene una versione da comodino, per studiarla e averla sempre con me! Non ci fu risposta alla mia risposta.

 

 

Regia italiana del Campionato del Mondo di Calcio in Giappone-Corea (Sapporo, Oita, Daejeon)

Avventura calcisticamente disastrosa dalla quale, però, nel confronto internazionale, ho preso nota di mezzi, uomini, metodologie e alcune (poche) idee di regia.

 

 

Collaborazioni all'Università Statale di Milano.

 

 

Inoltre: Under 21, Nazionale, Coppa Italia, calcio femminile; pallavolo, pugilato, canottaggio,Final Eight di basket, motocross, pallanuoto; ippica a Montegiorgio e Tor di Valle; ciclismo al Lombardia e sci in Gardena.

Sono questi gli anni in cui i contratti dello sci si firmano il giorno prima di andare sulle piste: ne consegue l'esclusione dei registi dal posizionamento delle telecamere (viene fatto da colleghi esterni, nei tempi dovuti) ma, vivaddio, anche il miglioramento della copertura da 14 a 21 telecamere. Credibilità internazionale del regista RAI uguale a zero!
 


 

Coppa del Mondo di Sci


GP di San Marino


Campionato del Mondo di Calcio (personalizzazione)


GP di Monza


2003

Regia e coordinamento di regia (tre registi) del Campionato del mondo di sci nordico in Val di Fiemme.

Per la regia internazionale del cross quantificai 41 telecamere e un elicottero. Era l'evento  con il maggior numero di telecamere  della storia della RAI, destinate ad una disciplina quasi sconosciuta. Un vice direttore ebbe l'ordine di dimensionare la produzione: in quaranta giorni, mi impegnò in altri tre progetti, per decidere poi la sola esclusione dell'elicottero (che poteva essermi tolto anche dalle condizioni meteo). Nessuno invece rispose alla mia domanda su come fosse possibile che si firmassero contratti senza un normale "annesso tecnico": non sarebbe stato difficile capire che per coprire 12,5 km ci vuole almeno una telecamera ogni 300 metri! Fu la prima rottura con la Divisione Produzione. "Hai un certo carattere..." mi disse il direttore. "Grazie!".

Regia della Sfilata ai Fori Imperiali.

Mi viene nuovamente affidata dopo l'assenza del 2002, quando ero stato impegnato in Giappone per i Mondiali di calcio. La ripeto ogni anno ma non sono riuscito a fare questa proposta al Presidente: un'intera giornata dedicata alla Repubblica, con omaggio all'Altare della Patria la mattina, concerto ai giardini del Quirinale a mezzogiorno, rassegna aereonavale nel Golfo di Napoli nel pomeriggio e finalmente La Rivista Militare la sera, ai Fori, con le luci e il fresco. Perchè? La più bella Sfilata è quella che si svolge di notte, nella prova 1 a 1, trentasei ore prima di quella vera, con i Fori illuminati dalle poche luci esistenti.

Regia e coordinamento di regia (quattro registi) dei Gran Premi di F1 di Imola e Monza.

"L'Azienda non intende aumentare di una sola camera la F1. Non vuole dalla F1 niente di più di quanto stai facendo." Chiedevo maggiori mezzi tecnici e personale un po' più stabile....Eravamo scesi a circa metà classifica nella F1 Tv Trophy, una valutazione annuale tra tutti i Broadcasters impegnati nei GP, in cui tradizionalmente eravamo sempre stati ben piazzati... Si approfondiva il solco tra me e la dirigenza...

Regia e coordinamento di regia  (quattro registi) della Coppa Europa di Atletica di Firenze.

Regia dei Campionati del Mondo di Canottaggio all’Idroscalo di Milano.

La Federazione Internazionale mi ha impedito di mettere un microfono sull’armo dell’8x che avevo provato in una gara di Coppa del mondo con esiti strepitosi. Il rapporto tra Regia e Federazioni è tra i più complessi e meno indagati... ma ho il dubbio che talvolta alcune federazioni curino più la rappresentazione televisiva di se stesse, che quella della propria disciplina!

Inoltre: Nazionale, Under 21, Coppa UEFA, Coppa Italia, calcio a 5, Derby del cuore; atletica; basket, ippica, pallamano, pallanuoto, pugilato, vela,  motonautica, campionati italiani di nuoto, tiro a volo; ciclismo al Lombardia, F 3000 a Cagliari, sci in Gardena. Collaborazioni con l'Università Roma (1/4), di Teramo (10/6), della Statale di Milano (10/9).

Pubblicazione del libro La regia televisiva dello sport, Dino Audino Editore.

Dicono che Eduardo, durante l’allestimento di una commedia, fosse infastidito dal comportamento di un giovane regista: “Ma no, maestro, vi sbagliate; è un bravo ragazzo, ha anche scritto un libro sulla regia…” lo rassicuravano i suoi collaboratori. “Ho capito che ha scritto un libro sulla regia…Ma, dopo averlo scritto, lo ha letto?” .

Bello o brutto è l'unico libro sull'argomento e soffre di una malattia vera: la solitudine.
 


 

Campionato del mondo di sci nordico


Coppa Europa di Atletica


Campionati del Mondo di Canottaggio


La regia televisiva dello sport


Gran Premio di F1 di Imola

 
2004

Regia master delle Finali di Coppa del Mondo di Sci Alpino al Sestriere (FIS WORLD CUP FINAL 2004)

Ci si esercita per le Olimpiadi.

Regia e coordinamento di regia dei GP di F1 di Imola e Monza

"Ragazzi, tutti a posto! E' di passaggio il Direttore Generale!". Mi venne spontaneo replicare al dirigente: "Tutti tranquilli! Si tratta del Direttore Generale di passaggio...!"

Un'altra volta, anche un Presidente fece un passaggio in regia: "Uh! Quante belle lucine - esclamò davanti al banco mixer - chissà come si divertirebbe il mio nipotino!"

Le visite non servono: i GP italiani sono in affanno, non per carenza di affetto ma per la mancanza di implementazioni tecniche e per l'estrema variabilità del personale.

Regia della Sfilata ai Fori Imperiali.

Regia italiana agli Europei di Calcio in Portogallo

E' l'occasione in cui uno dei registi delle partite mi disse che non c'era stato nessun incontro e nessuna intesa con gli altri colleghi. Ognuno per suo conto... Io invece lavoro in equipe, credo che la regia non si possa fare se non in equipe. Tanto ostico è il mio rapporto con la dirigenza quanto fluido (eccetto qualche intemperanza violenta e subito chiusa) quello con la squadra di ripresa. Uno dei piaceri della regia è la magnifica orchestra tecnica e creativa che hai intorno: ti ripaga anche della modestia dei mezzi e del programma.

Regia e coordinamento di regia (quattro registi) del Campionato del Mondo di Ciclismo a Bardolino e Verona.

Ricevo i complimenti di tutti gli addetti ai lavori ed una medaglia d'oro dal Comune di Verona. I miei dirigenti decidono invece di ridimensionarmi o mettermi da parte. Perchè? Questa è la mia versione. Dopo l'esperienza delle 41 telecamere per la Val di Fiemme, per questi Mondiali non chiedo telecamere ma ne espongo punto per punto i "contenuti": totale dell'arrivo, campo stretto dello sprint, PPP del primo, PPP del secondo e così via. "Quante telecamere sono?" "Non è questione che mi compete; la quantificazione (e l'ottimizzazione) la fa il direttore di produzione" "Sono troppe" "Le telecamere o i contenuti? Tagliate (i contenuti)!" . Nessuno ne ebbe il coraggio e mi ritrovai così 30 telecamere con 4 elicotteri ed un aereo. Una rottura non sanabile... ma cosa ci vorrebbe ad assumersi le proprie responsabilità invece di nascondersi?

Lezioni e corsi universitari: Roma Sapienza (15-29/3), Milano Cattolica (17/5), Milano Statale (3-4/6), Perugia (22/3), Salerno 10-11/10 e alla scuola della Vasca Navale (25-27/3)

C'è una evidente differenza tra il punto di vista del mondo accademico (le cattedre di "Teoria e tecnica del linguaggio radiotelevisivo", che sono almeno una ventina nelle Università italiane)  e il punto di vista che informa la mia ricerca professionale (e anche il mio libro): il regista descrive i processi che vanno dall'evento sportivo alla diretta televisiva; i professori partono da quanto proposto dalla tv e ne fanno oggetto di analisi. Essi cominciano il loro lavoro dove io finisco il mio. Non sottostimo le loro ricerche, anzi: le trovo indispensabili per il critico della televisione e molto interessanti per lo spettatore acculturato. Non le ritengo però utili per chi voglia fare regia. Di più: mi sembra strano che si possa parlare di "Teoria del linguaggio televisivo" senza conoscere sperimentalmente le strade per le quali quel linguaggio si costruisce;  e non capisco come si possa trattare della "tecnica" di quel linguaggio senza essere mai saliti in un pullman di ripresa. Conclusione: la regia continua a presentarsi come la faccia nascosta della luna; la faccia visibile è teoria del linguaggio, non regia.

Saggio sulle riprese televisive dello sport come sistema strutturale: "Sport e tv", in Prometeo-Rivista di scienze e storia, 22/86.

Contributo "I criteri tecnici per le riprese televisive", in G.Brandizzi-E.Carboni (a cura di)Edilizia per lo sport, UTET.

Quali sono gli attuali risultati della mia riflessione sulla regia dello sport?

Con un  po' di ritardo, nel 1992 ho descritto i "sistemi di ripresa", che ritengo ancora una scoperta. Ma già dal 1987 avevo impostato una "semiologia elementare del calcio", che individuava le inquadrature fondamentali e la loro coniugazione per la ripresa della partita. Con gli stessi criteri semiologici e introducendo il concetto di algoritmo, nel 2002 ho definito le possibilità di una "mappa strutturale" delle inquadrature e delle sequenze delle discipline sportive in diretta. Questi sono i (modesti) risultati della mia ricerca.

Poi ci sono alcune "invenzioni": il sistema di preavviso dei Mondiali di Sci Nordico del 1991; il sistema di ritardo dei segnali delle riprese in movimento del Giro d'Italia del 1998; i segnali separati nelle postazioni cronometriche del Mondiale di Sci Nordico del 2003; la possibilità di dare in diretta la discesa del Mondiale di Canoa-Kajak del 1993. 

Infine molta sperimentazione. Quella "istituzionale", legata ai progetti  per i Mondiali di Atletica e quelli di Calcio o alla Champions League; ma anche quella occasionale, nell'utilizzazione dei mezzi tecnici. Ho fatto spesso uso di camere azimutali e di camere ipogee; la camera on board in F1; l'uso in diretta del televideo in F1; la traduzione visiva dei dati cronometrici in F1, per rappresentare la posizione delle auto in pista; le prime comunicazioni tra pilota e box; le microcamere sulle biciclette e sugli armo del canottaggio. Poi mi sono divertito. Ho sperimentato la microcamera sull'arbitro durante la partita di calcio (con esisti disastrosi, per una partita di promozione!); ma anche una curiosa "moviola in campo", interpellando l'arbitro in diretta e mostrandogli le azioni sul megaschermo (con esiti divertenti... per una Partita del cuore!).

Inoltre: Nazionale, Coppa UEFA, Coppa Italia, Under 21, Derby del Cuore, pallanuoto, pallavolo, basket, beach rugby, pugilato, motonautica,  Maratona di Trieste, ciclismo Lombardia, sci Sestriere e Gardena.
 

 
 

GP di F1 di Imola




Sfilata ai Fori Imperiali






Europei di Calcio in Portogallo (personalizzazione)



GP di F1 di Monza




Campionato del Mondo di Ciclismo




Finali di Coppa del Mondo di Sci Alpino


POST SCRIPTUM
“Io sui giornali non ci sono mai finito!” Lo diceva mio nonno ed era cosa che si sentiva di frequente quand’ero ragazzo. Invece, da grande, facendo questo lavoro, succede di essere citati o intervistati e di finire sui giornali, nel bene e nel male. Io non ho mai fatto una rassegna stampa del mio lavoro; leggo i commenti, esamino le critiche per potermi correggere e prendo atto degli apprezzamenti. Conservo alcune lettere di plauso (che non espongo, per par condicio con quelle di contestazione) e molti premi (che ritengo solo “mondani”). In un caso però, alla fine del Mondiale di ciclismo di Verona-Bardolino, mi viene offerta la rassegna stampa che mi riguarda. Ecco cosa capita ad un “impiegato della regia”!

Rassegna Stampa


 
2005

E' il 2005 il punto più basso delle riprese sportive internazionali della RAI: da almeno 25 anni, per metà della storia di questa Azienda, a partire dalla debacle della Coppa del Mondo di Atletica dell'81. Uno sciopero, con sospensione della gara, corona un brutto Mondiale di Sci in Valtellina ed è seguito da due bruttissime gare di Formula 1. Abbiamo inoltre un calcio fuori mercato, un ciclismo isolato in Europa e un'atletica senza futuro. Non sono avvenimenti affidati a me, ma ho ripensato con amarezza alla parabola dello sport RAI e anche alla mia personale: come regista, impegnato soprattutto nei grandi eventi, ritrovo l'Azienda nell'anno zero di quando ho cominciato.

San Sicario  finali Coppa del Mondo

In una pista ancora in costruzione, dove non si è mai gareggiato, si presume che la discesa femminile si copra con 16 telecamere. Peccato! Si tratta della pista di discesa femminile più lunga del mondo! Sono un collerico, esplodo facilmente (anche se poi dimentico tutto). "Non capisco perchè con i tuoi colleghi non abbiamo i problemi che abbiamo con te...!" M'arrabbiai per l'ennesima volta e sbottai: "La differenza con alcuni di quelli che definite miei colleghi è che io sono un regista casualmente impiegato in RAI e quelli con cui non avete problemi sono degli impiegati RAI casualmente registi!"

Non sono miei i Gran Premi di F1 di Imola e Monza 2005.

"Vorrei sapere quali sono i grandi eventi di cui sono incaricato quest'anno" chiesi per mail al mio dirigente. "Non ho l'obbligo di dirtelo" mi rispose verbalmente. Il dirigente sapeva che gli avrei contestato i criteri sperequativi con cui venivano distribuiti. Era stata data da poco la disposizione di ridimensionarmi o mettermi da parte, dopo le 41 telecamere per i Mondiali di Val di Fiemme, le 30 per i Mondiali di ciclismo, gli scontri per San Sicario. Non avendo impegni assegnati, chiesi tre permessi per tre questioni personali, da lì a qualche mese. Uno di essi cadeva nel giorno del GP di Imola, di cui non avevo alcuna certezza. Quando mi pregarono di ritirare la richiesta, non potevo più farlo e Imola venne assegnata ad un collega. Poi sono stato "punito": escluso da Monza (che pure mi era stata, tardivamente, assegnata), dalla formula uno in generale e dai grandi avvenimenti dell'anno. Ho documentato il tutto al Consiglio di Amministrazione.

Regia e coordinamento di regia (5 registi) della Coppa Europa di Atletica a Firenze.

Alla regia della Sfilata ai fori imperiali, si aggiungono quella della Festa della Marina a Napoli, delle Frecce Tricolori a Rivolto, della partenza della Fiaccola Olimpica dal Quirinale. Tutto l'istituzionale possibile.

Vengo invece escluso da tutti i Mondiali e dalla F1 di Monza: a fine anno, nel consuntivo del F1 Tv Trophy, Imola è quartultima e Monza 19a e ultima. Un disastro.

 

Inoltre: Nazionale, Under 21, Coppa Italia, Coppa UEFA, calcio a 5, Derby del Cuore; ciclismo, hokey, ippica, sci, pallavolo, pallanuoto, basket, tennis, pugilato; atletica, 5 Mulini, Maratona di Torino, Trieste, Firenze.

"Come va in RAI?" "Male. Mi stanno emarginando!" "Se se lo possono permettere...!" (Marino Bartoletti, ex direttore di Rai Sport).
 

 
 

San Sicario  finali Coppa del Mondo


Gran Premi di F1 di Imola e Monza 2005


Coppa Europa di Atletica


Festa della Marina a Napoli


Frecce Tricolori a Rivolto
 

 
2006

Nonostante tutto, per fortuna ho fatto il regista dello sport! Sarei potuto finire nella televisione di oggi: quella che specula sui sentimenti e il dolore (vergogna!), quella del gossip e del presenzialismo, quella dei VIP e delle vallette, quella infinita dei Padri Pii, delle Sante Marie Goretti, dei pastorelli di Lourdes, di tutte le vite dei papi nessuno escluso, delle Sante Rite (di cui bastava versione del 1967 di Paolo Poli), dei Don Bosco (che invece è stato un genio dell'800: aveva inventato le scuole professionali). Avrei potuto avere a che fare con i quiz, i super premi, gli oroscopi, le magie, le lotterie! M'avrebbero addirittura potuto costringere a fare i reality! (Ce n'è l'ingegnosa intuizione in The sleeping man di Andy Warhol). Oppure, sarei potuto  finire nelle serie dei poliziotti, dei preti poliziotti, dei carabinieri, delle guardie di finanza, dei guardiacoste,di tutti i reparti dove ce ne fosse uno, uno solo, di mascalzone in divisa! Mica come quelli delle serie americane...! Che brutta televisione! Di peggio c'è solo quella a pagamento!

Regia master dello Slalom Gigante e Slalom Speciale alle Olimpiadi Invernali del Piemonte (Sestriere).

Come un giovane regista, imparo molto dalla seria disciplina della  produzione internazionale. Mi dicono anche che il lavoro RAI da me svolto viene molto apprezzato.

Sono escluso dal GP di Imola 2006.

Non sono bastati ai miei dirigenti i risultati dell'anno precedente. A maggio corre notizia che sarà la Rai ad essere esclusa dalla produzione dei GP, come il contratto consente in alcuni casi, con gravi danni economici per l'Azienda. Allora vengo richiamato in servizio e sono obbligato a fare Monza,  perchè "prendo uno stipendio dalla RAI". E' vero!

Alla regia della Sfilata ai Fori Imperiali si aggiunge quella delle Frecce Tricolori a Pratica di Mare.

Regia italiana dei Mondiali di Calcio in Germania.

Partecipo all'avventura italiana con il poco impegno della personalizzazione. Studio però le differenze tra le partite tedesche e quella della finale con l'equivalente partita dell'82. Mi servirà per la Champions.

Saggio sulle differenze di ripresa tra le due partite di finale dei Mondiali 1982 e 2006, in Comunicazioni Sociali, Rivista di Media, Spettacolo e Studi Culturali,...

Impostazione, addestramento, regia delle partite di Champions League.

E' l'occasione per riformulare la partita RAI - che non è all'altezza di quella delle televisioni tematiche - e di allinearla agli standard europei. L'Azienda mi ha dato tutto ciò che ho chiesto e non è strano: ha preso atto della propria disastrosa immagine internazionale. Riprendo l'operazione del 2000 e del 1990, con la ricerca, la formazione, i materiali, una conferenza di produzione, briefing e de-briefing: lavorando alla pari con i colleghi. Cfr. sito.

Regia del GP di F1 di Monza.

Sapevo di non poter fallire ed è andata bene, con molti elogi, senza nessuna critica, da nessuna parte. E' bastato questo a risollevare l'idea della F1 made in RAI? Basta questo a continuare la produzione? No, Ecclestone  decide di farla in proprio (come in quasi tutte le altri parti del mondo) e la RAI perde la sua più importante vetrina internazionale. Io chiudo un capitolo professionale aperto nel 1982....un quarto di secolo.

Coppa del mondo di sci alpino: Discesa libera della Val Gardena

Deve essere citata! Tra quelle non disputate per mancanza di neve o maltempo (tre) e quelle recuperate da altre piste (tante) questa è la 50° Discesa Libera (o Super Gigante) della Val Gardena: ne ho realizzate più della metà.

Inoltre: Nazionale, Coppa Italia, Coppa UEFA, basket, pallanuoto, pallavolo, pallamano, pugilato, beach volley; ciclismo al Lombardia; atletica, 5 Mulini e Maratona di Firenze;Derby di galoppo e Derby del Cuore; la cerimonia di apertura delle paraolimpiadi.

Quanti avvenimenti avrò fatto, quante ore di televisione dello sport mandato in onda? Non riuscirò a fare un calcolo esatto: vado allora per approssimazione ragionata. Attualmente realizzo 1 o 2 avvenimenti a settimana, di circa 1 o 2 ore di trasmissione; ovvero da 50 a 100 programmi l'anno. Togli le ferie (che faccio poco), togli che i primi anni non andavo a questi ritmi, ritengo di poter far conto su almeno 50/70 avvenimenti per 25 anni di attività; ovvero tra i 1250 e i 1650 avvenimenti; ovvero circa 2000/2500 ore di trasmissione. Alla fine, vedo l'orizzonte di circa duemila eventi sportivi.
 

 
 

Olimpiadi Invernali del Piemonte






Mondiali di Calcio in Germania (personalizzazione)






Comunicazioni Sociali, Rivista di Media, Spettacolo e Studi Culturali






Champions League






GP di F1 di Monza
 

 
2007

Si fa difficoltà a capire che una televisione generalista di grandi eventi ne farà sempre meno o farà quelli che non contano o che costano troppo per quanto rendono. Le televisioni tematiche, e quelle dello sport in particolare, acquisiscono lo sport che conta. Federazioni, Organizzatori, Titolari di diritti, Grandi società si orientano sempre di più a produrre in proprio. Cambia anche l’ambito delle competenze di regia (che si fanno più specifiche, se non esclusive) cambia la stessa organizzazione del lavoro, si divarica la funzione del regista tra un super-regista che imposta e dieci che realizzano. Tramonta infine la bottega artigiana (nella quale mi sono formato) con gli Host Broadcasters generalisti che erano capaci di impostare ed assumersi l’onere dei grandi eventi.
Vale per la Formula 1, che quest’anno Ecclestone produce con una equipe stabile (meglio di quanto possano fare gli Host Broadcasters nazionali); vale per la nostra avventura in Champions League, avendo come competitors le televisioni tematiche; vale per il Mondiale di nuoto 2009 che ereditiamo da gruppi produttivi specializzati. E’ la televisione che cambia.

Impostazione, addestramento e regia delle partite di Champions League

E’ l’unico grande evento la cui regia mi viene assegnata per il 2007 ed anche l’unica esposizione europea della RAI in prima serata. Non ho limitazioni di sorta: conto di impostarla e trasmetterla ai giovani registi.

Coordinamento di regia (5 registi) e regia della Coppa Europa di Atletica all’Arena di Milano.

Abbiamo gli stessi mezzi delle precedenti Coppe Europa di Firenze…ma l’Atletica Italiana è finita in serie B.

Regia della Maratona di Torino e della Maratona di Firenze

Questa è quella che preferisco per le grandi opportunità che offre, lungo il percorso, di illustrare i monumenti ed entrare in chiese e musei. Ma credo che altre Maratone – Roma e Torino in particolare - possano esplorare strade analoghe.

Regia della Sfilata ai Fori Imperiali

Regia della Festa delle Frecce Tricolori a Pratica di mare

Regia della Coppa del mondo di sci alpino: Discesa libera e Super Gigante di Sansicario e della Val Gardena

Ho avuto le più belle riprese delle Gobbe del cammello, che è il salto identificativo della discesa libera: dopo tanti anni è arrivato il Super Slow Motion e le immagini del gesto atletico con lo sfondo del Sasslong hanno stupito tutti.

Viaggio di studio ai Campionati del mondo di Nuoto a Melbourne

Coordinamento di regia dei Mondiali di nuoto Roma 2009

Mi viene affidato e accetto con molte riserve: non abbiamo know out paragonabile a quello delle produzioni Olimpiche e dei precedenti Mondiali; gli impianti del Foro Italico non sono adatti alle riprese televisive; la televisione generalista non ha gruppi operativi specializzati.

Inoltre: Maratonina Roma-Ostia, Maratona di Padova, Atletica a Rieti, Giro del Lazio, Giro di Lombardia, Nazionale di calcio, Under 21, Derby del cuore, 5 Mulini, Boxe
 

 
 


Champions League


Coppa Europa di Atletica


Maratona di Torino


Maratona di Firenze


Campionati del mondo di Nuoto a Melbourne
(viaggio di studio)

2008

Ho rinunciato al coordinamento di regia dei Mondiali di Nuoto 2009: me ne era stata affidata la responsabilità senza le deleghe per poter condurre in porto l’operazione. Abbandonare quello che sarebbe stato il mio ultimo Mondiale è stato per me un piccolo trauma (come quello dei tre Gran Premi di F1 mancati) e un grande dispiacere per non aver potuto lavorare con i colleghi. E’ ormai mia opinione che l’Azienda, alla quale (con qualche esito) ho dedicato le mie migliori energie, non abbia più organizzazione interna e mentalità per reggere l’avvenimento internazionale in una fase di così profonda trasformazione della televisione. Molti avvenimenti non sono più della RAI.
Lascio le gare della Val Gardena. Dopo tanti anni e pochissime assenze, lo sci (come
la F1 o i Mondiali e gli Europei di calcio e già le Olimpiadi e molto altro nel futuro) comincia ad essere prodotto dai detentori dei diritti o dagli organizzatori o dalle federazioni…

Impostazione addestramento e regia delle partite di Champions league

Concludo la stagione 2007-2008 con la personalizzazione della Finale di Mosca ed inizio la stagione 2008-2009. La Rai è non ha esperienza continuativa (di produzione e regia) nel calcio in alta definizione: non abbiamo alcuna certezza di fare la Finale di Roma 2009.
Realizzo alcune partite di Coppa Italia, di calcio femminile e anche la Partita del cuore.

Regia master della prova di Coppa del mondo di Slalom Gigante e Discesa libera del Sestriere

Regia della manifestazione aeronautica delle Frecce tricolori a Pratica di mare

Regia della Sfilata militare ai Fori Imperiali

Sono gli “istituzionali” rispetto ai quali la Rai svolge ancora servizio pubblico.

Regia di personalizzazione degli Europei di calcio di  Austria e Svizzera.

Una formula stanca nella quale l’entusiasmo delle folle che invadono le città e che fanno del calcio un fenomeno coinvolgente viene del tutto ignorato. Si produce nel chiuso di uno studio centrale e con una regia di integrazione sulle partite della nazionale che realizza interviste e poco altro.

Regia e coordinamento di regia (quattro registi) del Golden Gala di Atletica.

Regia e coordinamento di regia (quattro registi) del Campionato del mondo di ciclismo su strada di Varese.

E’ il mio quarto (ed ultimo) mondiale di ciclismo dopo quello del Veneto dell’85, di Verona e Treviso del 99, di Verona e Bardolino del 2004. Non è certamente il mio migliore ciclismo: il racconto di questa travagliata disciplina risulta essere, oggi, molto lento e deve trovare argomenti e stimoli con la regia di personalizzazione. Senza integrazione è genere televisivo di altri tempi.

Regia della Maratona di Firenze.

Anche la Maratona, come il ciclismo, soffre di una esasperante lentezza. Accompagnata da  contributi giornalistici, la formula sport e arte (a Firenze) sembra funzionare.

Inoltre: gare di cross, tra cui Campaccio, 5 Mulini, Campionati Italiani, Memorial Volpi; ciclismo, pugilato e anche un Winter Polo sul lago ghiacciato di Misurina.

Concludo il 2008 con un breve corso Rai, contributi  a molte tesi di laurea, qualche articolo (tra cui uno sulla evoluzione delle tecnologie di ripresa nello sport) e un saggio di sintesi sulla ripresa televisiva dello sport analizzata con asciutto linguaggio scientifico.






Champions League



Europei di calcio di Austria e Svizzera



Golden Gala



Campionato del mondo di ciclismo su strada di Varese



Maratona di Firenze

2009

Abbandonato il Mondiale di Nuoto, questo è l’anno della mancata finale di Champions League a Roma. La Rai è ritenuta (ed è) meno esperta nella produzione del calcio del suo concorrente Sky, nonostante regga bene il confronto con tutte le televisioni tematiche europee. A me sembra però la conclusione di una parabola aziendale (con riflessi personali), che parte con il rinnovamento della produzione sportiva degli anni ’80, ha il suo culmine con i Mondiali di calcio di Italia ’90, poi man mano degrada e finisce con la “personalizzazione” dei Mondiali altrui e della Finale di Champions. Come televisione generalista, la Rai perde diritti importanti e non possiede più una produzione capace di competere con quella delle televisioni tematiche.
Anche per il calcio, che mi viene affidato quest’anno, arranco ad avere una squadra stabile.

La regia del 2009 è soprattutto quella del calcio, anche di qualità.

Realizzo tutte le partite della Nazionale (Italia-Irlanda qualificazione, Italia-Irlanda amichevole, Italia-Bulgaria, Italia-Cipro, Italia-Olanda, Italia-Svezia), la stagione di Champions (Inter-Barcellona, Milan-Olimpique Marsiglia, Inter-Kazan) oltre ed alcune partite di Coppa Italia.

Personalizzo alcune partite estere di Champions e quelle della Confederations Cup in Sud Africa.

Partecipo ai Meetings del Mondiale 2010 a Johannesburg e della nuova stagione di Champions a Montecarlo.

La Sfilata ai Fori Imperiali viene ridimensionata a causa della crisi ma, probabilmente, è la mia migliore esecuzione delle otto trascorse.

Non abbandono la Maratona di Firenze con le sue opere d’arte ma ho avuto la possibilità di reimpostare la Maratona di Venezia arricchendola dei paesaggi e delle ville sul Brenta.

Sono ormai abituato alle formule di sport e spettacolo delle Partite e del Derby del Cuore.

Torno per il secondo anno a Cortona per un bel Premio Fair Play dedicato agli atleti della neve.

La Cinque Mulini, un po’ di ginnastica, atletica, pallanuoto e pugilato completano il mio penultimo anno di regia Rai.





Champions League


Calcio: Italia Irlanda


Festa della Repubblica

2010

In questo scorcio di 2010 mi occupo quasi esclusivamente di calcio: Champions League, Coppa Italia, Nazionale e personalizzazione del Mondiale in Sud Africa. Mi diverte la formula calcio e spettacolo delle Partite del Cuore.

Per un’ultima controversia aziendale sono costretto a rinunciare alla Festa della Repubblica, lasciandola ai colleghi senza poter dare le consegne.

Chiudo quest’ultimo anno di Rai in pieno conflitto con la mia dirigenza. E’ fuori dalla mia portata un’analisi sulla crisi dell’azienda. Subisco però la sua organizzazione di lavoro, vecchia di vent’anni, e il vero e proprio imbarbarimento dei rapporti interpersonali. Il tutto ha radici al di fuori dall’Azienda e si trascina all’interno nei termini di una clientela di sistema.
In Rai la mentalità clientelare è una vera e propria ragione di sopravvivenza. Così il proprio circoscritto tornaconto aziendale produce accomodamento, piaggeria, arroganza, clan e, spesso, dà anche ragione all’incompetenza.
Non vedo promozione, attenzione e difesa di un iter produttivo corretto e dell’esperienza di regia. Temo molto per i miei colleghi e per tutti coloro che lavorano nella produzione.

Ringrazio i tanti amici – e per primi tutti i tecnici e i giornalisti che ho avuto la fortuna di incontrare - e restituisco il tesserino.






Mondiali di calcio Sudafrica 2010





 
…quanti amici e quante affettuose risposte!
   Le metto in fila, così come sono arrivate!

SMS di risposta ai miei saluti

 
Chiudo il mio impegno in Rai. In questi 35 anni ho realizzato il migliore curriculum per le riprese dei grandi eventi con la realizzazione di una trentina di Mondiali (realizzazione vera, non personalizzazione!). Lascio un libro, un sito, una ricerca con un paio di scoperte (i sistemi di ripresa e gli algoritmi nelle discipline sportive), un paio di invenzioni (il sistema di preavviso nello sci di fondo, il sistema di ritardo nel ciclismo) e molte innovazioni spicciole nell’esercizio delle riprese.
Ho conseguito grandi risultati (l’Atletica ‘87, Italia ’90, la F1, il Ciclismo, la preparazione delle squadre tecniche e l’innovazione del rapporto regia-produzione) e grandi sconfitte (la mancata finale di Champions nel 2009, l’attuale assenza di una squadra Rai in grado di fare il calcio, l’inamovibilità di alcuni processi produttivi). Non ho avuto posto nel circuito dei registi europei, non solo per il mio cattivo inglese, ma perché la Rai non è mai stata in Europa.
Ma il rammarico più forte è un altro: ricerca e sistemazione teorica non hanno alcuna sponda nel mio settore professionale, credo in nessuna parte del mondo. La regia televisiva dello sport non fa letteratura o saggistica. La regia è nel frattempo cambiata e la nuova non mi appartiene. Quella che ho conosciuto negli Anni 80, fondata sull’unità progetto-realizzazione, sta scomparendo; allo stesso modo che con il processo industriale scompare il falegname che progetta e realizza il mobile (e diventa disegnatore o operaio). Oggi sono approdato al puro esercizio della regia. La scimmia che mi consumava allora, ora non mi morde più. Per un po’ continuerò, per trasmettere procedure ed esperienza di regia in altre televisioni. Se possibile, per aiutare i giovani registi e i tecnici televisivi.

…dunque, si gira pagina!


2011

Dormo poco e di notte guardo le stelle.
Mi sono appassionato all’astronomia, scienza antica e multidisciplinare. Inseguo favole ed esploro sezioni di cielo… ma questo non c’entra con la regia. La regia, così come l’ho fatta e “pensata”, non c’è più (e sarebbe per me difficile teorizzare la sua forma attuale).

Continuo però a lavorare. Sono incaricato di un impegno modesto, la regia domenicale di una partita del Campionato Italiano di Serie A, inizialmente per Dahlia e poi per Infront. In questa circostanza, non posso più dire di “fare regia” o ricerca: sarebbe più giusto affermare che “attuo procedure di ripresa”.
Ho invece una fortuna: incontrare i colleghi italiani specializzati nella realizzazione delle partite di calcio, all’interno di un funzionante sistema industriale.
Per il 2011, posso aggiungere una Italia-Spagna estiva a Bari e poco altro.





 
       

Inizia il campionato 2011 - 2012


2012

Porto a termine il mio secondo Campionato Italiano di Serie A.
Non succede molto nel mondo della regia del calcio. Scopro una diversa formazione del personale tecnico e di regia e non trovo più il regista-semiologo, l’operatore del linguaggio del calcio, né il “progetto di regia” degli anni ’80, che riassumeva in un’unica persona il progettista e il realizzatore. Il processo industriale ha scavato una profonda differenza tra i processi produttivi a cui ero abituato e quelli in cui opero oggi. In senso necessario e anche positivo. Lavoro in una efficiente organizzazione che garantisce senza sbavature dieci partite a domenica, per un prodotto che è a tutto tondo e mediamente di livello europeo. Il processo industriale non dimentica l’implementazione e la sperimentazione delle tecnologie. Detto questo, mi sorprende che i pochi (ma a volte consistenti) difetti di regia non siano correggibili, per l’impermeabilità del sistema a discutere il prodotto e dare fondamento alle riprese.

 








 
       

Non ci sarò per il Campionato 2012-2013. Anche questa postilla professionale post Rai si è conclusa e, come sempre, mi dispiace: alla mia età potrebbe significare uscire dalla regia e la regia è stata per me, il motivo della mia vita professionale, l’esplorazione del nuovo mondo.

“La ripresa sportiva riesce a raccontare quanto lo spettatore non riuscirebbe mai a vedere (ogni fase di una discesa libera) e a spiegare quanto non si è capito (un fallo di gioco); riesce a mettere ordine nell’avvenimento multiplo (l’atletica) e nelle situazioni che si presentano contemporaneamente in luoghi diversi (una corsa automobilistica). La regia dello sport fa fronte ad avvenimenti programmati (la ginnastica) e avvenimenti improvvisati (la partita di calcio). La sfida del regista sportivo è quella di fare racconto dell’invisibile e del simultaneo, del programmato e dell’estemporaneo, facendo chiarezza dei fatti. E cosa c’è di più vario e complesso della evoluzione spazio-temporale della performance sportiva?”
(cfr. Welcome, Biografia professionale)

Questa era la regia come l’ho immaginata e di cui non ho sottostimato i limiti:


"La ripresa televisiva si occupa della fenomenologia dell’evento, ovvero dell’evento come fenomeno visibile e svolgentesi nello spazio fisico e nel tempo reale…voglio dire che io mi occupo di ciò che si vede, di ciò che appare; non di ciò che è, di ciò che significa…Per usare un paio di paroloni, dirò che – come regista – non mi occupo della ontologia dell’evento ma della sua fenomenologia.”
(cfr Regia, Registi e telecronisti)

Oggi, per me, uscire dal lavoro non è difficile. Il difficile è lasciare la professione.



PER CONCLUDERE

Sono ormai in pensione. Continuo ad aiutare gli studenti nella stesura delle tesi di laurea e accetto la regia di avvenimenti casuali:



una Formula Renault 3.5 Series nell’Autodromo di Mosca



il 131° Derby d’Italia all’Ippodromo Capannelle di Roma



la partita Bari - Olimpique Marsiglia del 30/07 per Canal Plus






Mi impegno nella stesura di un nuovo libro, per l’editore Libreria Sportiva ERACLEA, sulla evoluzione del dibattito sulla regia della partita.
 
E’ una riflessione che parte dai reportage cinematografici degli Anni 30 e arriva al Mondiale brasiliano, senza dimenticare il calcio italiano.

Un modo onorevole per aiutare la regia, aprendola ad un dibattito che manca.

Sono aiutato dai disegni di Raffaele Marando e mi lusinga la prefazione di Bruno Pizzul.



In occasione del Mondiale di calcio 2014, lo presento in alcuni programmi sportivi e partecipo a qualche conferenza stampa. Ricordo con piacere gli incontri a Padova alla Fiera delle Parole e al Festival del cinema sportivo di Milano “sport movies &TV 2014” dove tengo una master class. Mi lusingano le recensioni di docenti universitari tra cui il prof. Giampiero Gamaleri.

Preparo intanto una serie di lezioni per la Università Internazionale Telematica UNINETTUNO e prendo ancora in mano la regia per lo storico GRAND PRIX DE PAU 2015 in Francia.

Però è ora di concludere il viaggio.

 











UNO SGUARDO ALL’INDIETRO


Ho goduto della condizione privilegiata di chi ha svolto una attività creativa; un lavoro che ha poco a che vedere con l’estetica o l’arte, poco con la scienza, ma ha una spiccata vocazione per la progettualità e per l’idea stessa di progetto. Devo riconoscere all’Azienda per la quale ho lavorato di avermi offerto le migliori opportunità professionali nelle dirette sportive, affidandomi le regie internazionali per un lungo arco di tempo. Qualcuno riconoscerà, d’altra parte, che io non mi sono limitato a svolgere bene il mio lavoro; ho invececòlto questa possibilità per condurre una riflessione sul tipo di regia che mi è capitata. Ho contribuito molto a migliorare e codificare le riprese dello sport e ne ho lasciato qualche traccia teorica pubblicata in alcuni saggi. Provo a riassumerle in modo “semplice ed elegante”, non dimenticando ciò che mi disse un collega: “Che strano modo di intendere la regia!”

La ricerca mi ha innanzitutto consentito di capire i SISTEMI DI RIPRESA di regia. Li ho già trattati in questo sito e nei miei due libri e mi limiterò a citarli: il Sistema sequenziale, il Sistema sull’asse centrale, il Sistema ad estrapolazione.

Semplicemente: posso guardare questo panorama partendo dal paese, scendendo a valle e risalendo le montagne. Oppure posso guardare il paese e concentrarmi sul campanile della chiesa. Oppure posso distinguere la valle, dalle montagne e dal paese in tre cartoline distinte. Tradotto in ripresa televisiva, la prima è una ripresa sequenziale, la seconda si svolge sull’asse centrale e ho definito la terza ad estrapolazione. In momenti diversi, ogni ripresa televisiva dello sport in diretta può essere ricondotta ad uno di questi tre sistemi. Più precisamente, in momenti diversi, uno di questi tre sistemi è il sistema principale e un altro o gli altri due fungono da sistemi subordinati.


Guardando più da vicino le discipline sportive e i giochi di squadra, all’epoca fu innovativa la ricerca titolata SEMIOLOGIA ELEMENTARE DEL CALCIO e le sue conclusioni circa l’Alfabeto delle inquadrature e i modi della loro
Grammatica. La Semiologia elementare ha costituito la base teorica del Mondiale di calcio 1990.

Svolsi questa ricerca nell’estate del 1987, in un centinaio di pagine, arrivando a due conclusioni:

Circa l’ALFABETO: per riprendere una partita di calcio, all’interno del rettangolo di gioco, bastano un dozzina di inquadrature. Sono le seguenti: il gioco collettivo, il gioco individuale, chi tira la palla, chi aspetta la palla, chi ha fatto il fallo, chi l’ha subito, l’arbitro, chi mette fuori la palla, chi la rimette in gioco, chi entra in campo, chi esce.
 
Circa la GRAMMATICA: queste inquadrature rispondono a tre modalità grammaticali e realizzano un algoritmo per ogni situazione di gioco.
1) L’azione di gioco, il gioco con palla in movimento, si realizza nell’alternanza del totale-campo stretto, in asse o no, purché sul fronte di ripresa.
2) La ripresa del gioco (per es. il corner o il rilancio del portiere) può partire con una inquadratura non sull’asse centrale ma deve poi ricondursi a questa.
3) Il gioco con palla ferma (caso classico: il fallo) è più libero da vincoli di fronte e consente una maggiore libertà di ripresa.


Da dove venivo? Erano gli anni della semiologia e dello strutturalismo, della Nouvelle Vague e del “semiologo dilettante” Pier Paolo Pasolini, che studiavo e che mi aveva insegnato che la radice di ogni segno cinematografico era la realtà a cui faceva riferimento. Come regista ho sempre sentito l’insufficienza delle immagini rispetto alla forza della realtà. Però venivo dalla “lettura strutturale del film”, mi ero esercitato con le inquadrature per le discipline dei Mondiali di Atletica del 1987 (che erano già state codificate dal maestro finlandese Raimo Pils) e sapevo che le immagini potevano essere costruite e combinate con il computer. Avevo già chiara l’elaborazione di un terzo punto di ricerca: l’ALGORITMO DELLE RIPRESE.

Lavoravo sugli algoritmi di ripresa già dal Mondiale di Atletica dell’87 ma ne pubblicai le conclusioni solo nel 2004. Sono fondati su un presupposto semplice, che fa parte di una prassi del mio lavoro. Prima della diretta, il regista prende in esame con i cameramen tutte le inquadrature utili che si possono usare. Scolasticamente tradotto, vuol dire che: dato un numero finito di telecamere, esse producono un numero finito di inquadrature utili, che si coniugano in un numero finito di combinazioni grammaticali (nella consecuzione obbligatoria del tempo reale!). Queste sono le possibilità offerte al regista dello sport (e questo segna anche il limite “artistico” del suo lavoro, che ha come obiettivo la chiarezza della disciplina e, solo dopo, la sua bellezza).


Usando parole forti, dirò che come regista mi sono occupato della “fenomenologia spaziotemporale” della realtà dello sport. Devo conoscere le regole della disciplina o del gioco di squadra e ne interpreto i due parametri fondamentali: lo SPAZIO e il TEMPO. Esemplificando molto, lo Spazio è quello definito dalle inquadrature e il Tempo è quello della diretta, ovvero l’equivalenza Tempo televisivo-Tempo reale. Il parametro tempo si arricchisce di un ulteriore corollario: la consecutività obbligatoria nello svolgimento dell’azione. Non può darsi, nella diretta, che il finale preceda le fasi inziali, il finish preceda lo start. Questo si dà solo nella fiction, nella ricostruzione dell’azione. Da questo fatto nasce una diversa, nuova ed esaltante aspettativa dello spettatore, che si traduce in una diversa drammaturgia del racconto televisivo. Ogni diretta sportiva partecipa a questa nuova drammaturgia.

E da questo momento, credo di dover passare dall’io della prima persona singolare ad un più corretto noi collettivo, a sottolineare che – in alcune operazioni - magari ho offerto solo l’input iniziale, frutto di una intuizione, a cui è seguito un coordinamento o una semplice realizzazione.


Lo SPAZIO DELL’INQUADRATURA. Ho sempre cercato spazi nuovi: credo di aver collocato per la prima volta una telecamera a bordo di una macchina di Formula 1. Successe nel 1985 nel GP di Imola, forse per la mia presunzione, certamente per le capacità tecniche del mio direttore di produzione (Dialmo Bellei), per la condiscendenza di un piccolo team (l’Osella) e il placet di un preveggente Bernie Ecclestone.

“Abbiamo pensato alla sicurezza, abbiamo il consenso del team, ma non possiamo scendere sotto i 5 kg di peso e non abbiamo nessuna idea dei regolamenti e dei vincoli della FOCA…” “5 kg in più non sono un problema…Basta dare 5 kg a tutti…!” Spesso il genio ha la fantasia di un bambino. Le prime immagini andarono in onda nel collegamento di Mario Poltronieri con il TG1 delle 13.30 mentre l’Osella usciva dai box e faceva il giro di pista per sistemarsi in griglia. Erano le prime, uniche, vere immagini in diretta. Non durarono molto: appena in corsa il sistema di ripresa dette forfait. Ci riprovarono altri, con migliore successo, nel GP di Germania di quell’anno.

PS. Ops! Ancora oggi vedete in F1 il tracciato del circuito con la posizione delle auto in pista! Lo elaborai (credo) nel 1986 chiamandolo “traduzione grafica dei tempi cronometrici”. Il direttore dell’autodromo di Imola, ing. Roberto Nosetto, divise la pista in 90 segmenti distinguendone la lunghezza tra curve e rettilinei e il responsabile Olivetti dell’epoca costruì il sistema (doveva sponsorizzare il nuovo computer M10). Tutt’altro sistema è quello di oggi: un trionfo di tecnologia!

Molti anni dopo, con un’altra equipe, producemmo una diretta con vere microcamere, montate sulle biciclette dei Giri d’Italia 1998 e 99. Approfittai delle ricerche della DRM di Franco Mazzon e del lavoro di Davide Cassani che convinse ciclisti e team ad accettare 350 grammi sul manubrio o sotto il sellino.

La prima microcamera in diretta fu montata sul manubrio di Cipollini e inquadrava Martinello che gli tirava la volata. Poi la telecamera superava Martinello e …arrivava al traguardo. (“Una telecamera vince a Lecce” titolò un giornale). Oggi, a quasi vent’anni, si stanno ancora cercando soluzioni organizzative per strappare il ciclismo dal medioevo della comunicazione sportiva.

Le soluzioni tecniche di oggi sono eccezionali e non sfruttate; all’epoca, la ricerca di nuovi spazi fu sempre un’avventura dagli esiti incerti. Ciò nonostante, nel calcio io ho messo una microcamera ad un arbitro prima del 1990 (e con risultati infausti); ho utilizzato microcamere ipogee nel ciclismo (1998) e telecamere azimutali sulla linea di arrivo dell’atletica (Genova 92); in tempi più recenti abbiamo collocato stupende microcamere a bordo delle Frecce Tricolori (Vinovo 2005). E pensare che le riprese in movimento sono sempre state un buco nella mia ricerca teorica!

Sembrerà una sofisticazione intellettuale: io non sono mai riuscito a capire la differenza vera tra una telecamera sull’atleta (una telecamera “agìta” , come la definì un mio studente) e la classica telecamera che vede l’atleta o l’azione dall’esterno, nello spazio che ho definito euclideo. Quale è la differenza? Ancora non lo so: ho lavorato senza alcuna chiarezza.

Sarebbe troppo lungo solo accennare alla costruzione degli SPAZI SONORI, quelli scoperti (e più spesso ignorati) dai microfoni e che dovrebbero essere invece parte sostanziale delle riprese visive. Qui la ricerca latita e anche io non ho fatto molto.

Un florilegio di sensazioni contraddittorie! Continua a sorprendermi la finzione sonora su cui è costruita la partita di calcio (ricordo invece una partita a porte chiuse al vecchio comunale di Torino in cui, nel silenzio degli spalti, il microfono della telecamera mobile rivelò la realtà cruda delle panchine). Ricordo gli spazi creativamente finti delle arie d’opera con cui ho accompagnato il passaggio dei ciclisti tra le scenografie prese in prestito dall’Arena di Verona nel Mondiale 1999; la meccanica gioiosa delle bande militari e il gioco astratto delle inquadrature che ne seguivano la cadenza nella Festa del 2 Giugno. Di tutt’altra natura fu la sconvolgente verità di un radiomicrofono che sistemai sull’armo di Peppiniello di Capua ai premondiali di canottaggio all’Idroscalo di Milano (2002) e puntualmente vietato ai Mondiali a favore dello speaker di campo. La verità sonora del campo è inesplorata e multiforme. Molto spesso non è quella delle riprese TV.


E’ stata anche più interessante la ricerca che le riprese mi hanno offerto sul parametro del TEMPO, a partire dal convenzionale replay (che rompe la continuità temporale a favore della terza dimensione: l’approfondimento) con l’evidente rottura dell’assioma “tempo televisivo = tempo reale” che è a fondamento della diretta.
 
Ho indagato questa modalità approdando anche ad un ossimoro, una contraddizione in termini: la diretta rallentata. Al Mondiale di canottaggio di Milano del 2003 ho rallentato con un EVS il passaggio ai 500, 1000 e 1500 metri per specificare in diretta l’ordine dei passaggi. Ovviamente, quando rientravo sul tempo reale, gli armo erano qualche decina di metri avanti. Una curiosa e intrigante asincronia!
 
Nella riflessione sul tempo delle riprese sportive, ho conseguito i risultati più efficaci con due “sistemi”; li ho chiamati rispettivamente SISTEMA DI PREAVVISO e SISTEMA DI RITARDO. Due operazioni sul parametro tempo. Di cosa si tratta?

“Il vostro regista è un vero esperto della disciplina. Non sbaglia un atleta!” Ai Mondiali di sci nordico del 1991 in Val di Fiemme, gran parte delle gare era a cronometro, con partenza degli atleti a 30”…una gran confusione tra partenze, passaggi agli intermedi e arrivi per un centinaio di atleti per ogni gara. Io non avrei saputo quali atleti seguire (anche perché non li conoscevo)….

Come ho risolto? E’ una operazione che ancora oggi spiego mostrando il palmo di una mano: il pollice è la partenza, le tre dita centrali sono le tre postazioni cronometriche intermedie, il mignolo è l’arrivo. Poiché partenza ed arrivo sono visualizzazioni obbligatorie, si tratta di andare sulle postazioni intermedie prima che passino quegli atleti che hanno i tempi migliori. Ma come fare a saperlo prima che arrivino? Ho sovrapposto la seconda mano e l’ho ruotata in senso antiorario rispetto all’altra: sarebbe bastato mettere un cronometro un centinaio di metri prima della postazione cronometrica ufficiale per avere una attendibile previsione del risultato al passaggio dell’atleta. Nelle conferenze preparatorie dei Mondiali successivi si parlò di “Sistema Italiano”. Oggi la disciplina ha ridotto di numero le gare a cronometro ma il Sistema italiano è ancora in uso e funziona perfettamente, anche nelle gare di Biathlon e nel Ciclismo a cronometro! Bastava solo pensarci.
 
Tutt’altra storia è quella del SISTEMA DI RITARDO….

Io ricordavo il marchingegno con cui i nostri tecnici avevano affrontato negli Anni 80 il pericolo di una falla nel nastro di registrazione delle Tribune Politiche. Stabilirono un intervallo fisico tra la testina di lettura del nastro e quella di trasmissione: il tecnico guardava il primo monitor sapendo che – in caso di scrosci - sarebbero andati in onda solo dopo qualche secondo. In quel lasso di tempo commutava su una seconda coppia di macchine in passo con la prima. Queste – verosimilmente – erano esenti dal difetto. Questo avevo in testa: ma come affrontare gli scrosci che affliggevano le riprese in movimento del Giro d’Italia prima che accadessero? Posi il problema ai tecnici che mi risposero senza esitazione: sarebbe bastato far passare i segnali di moto ed elicottero in un EVS e dare loro il ritardo voluto. Cosa avrei fatto in regia? Io controllavo la corsa sulle immagini in diretta e il mixer mandava in onda quelle ritardate; se vedevo uno scroscio sulla moto 1 avevo due secondi di tempo per staccare su un’altra moto o sull’elicottero per evitare che quello scroscio andasse in onda. Con questo sistema ho ripulitol’80% delle riprese in movimento.
 

Ho avuto la fortuna, soprattutto negli Anni 80 e 90, di partecipare alla elaborazione dei modi di ripresa delle maggiori discipline sportive (lo sci, la Formula 1, il Ciclismo, l’Atletica, il Calcio, tra gli altri: in totale di una ventina di Campionati Mondiali, Europei e Olimpiadi). Sperimentare in una disciplina mi dava la possibilità di trasferire ad un’altra i risultati della prima confrontandomi con le Federazioni Internazionali. Era successo con il sistema di preavviso, nato nello sci di fondo e portato nel ciclismo a cronometro. Lo stesso sistema mi consentì di realizzare in diretta la discesa dei Mondiali di canoa (Val di sole, 1993) che tradizionalmente venivano registrati su cassetta, montati e mandati in differita. Avevo tentato la stessa operazione ai Mondiali di ciclocross (Ciocco 1991) ma non mi era riuscita per la difficoltà di far uscire i segnali dal bosco. Mi andò invece bene con il Mondiale (Cortina 2000) di quella curiosa disciplina che si chiama Tiro con l’arco di campagna. Erano tutte discipline sportive che era impossibile realizzare in diretta, con una evidente perdita di interesse. Non parlo degli Anni 2000 e 2010, ma 80 e 90.
 
All’epoca era ancora possibile inventare. Al punto che l’aspirazione (presuntuosa e inconfessata) di molti registi era di incidere sulle riprese televisive con soluzioni non consuete, capaci di modificare le ancora deboli convenzioni di ripresa. Perché di questo si tratta: le riprese sono una convenzione, come il linguaggio, e la convenzione – specie se fondata sui modi del guardare (vedi i Sistemi di ripresa) - sono difficili e spesso è inopportuno rimuoverle, pena la chiarezza stessa della comunicazione. Per il Mondiale messicano del 1970, Robert Kenny dovette rinunciare a rompere il monopolio della camera in tribuna a favore di due camere all’altezza dei 16m (recuperarono poi una funzione per la verifica del fuori gioco e gli fu concesso di posizionarne due sul terreno di gioco). Io non sono mai riuscito a provare un diverso fronte di ripresa nel calcio, dall’attuale asse orizzontale del campo a quello longitudinale. Sperimentalmente, mi sarebbe piaciuto collocare le due camere principali alte sulle curve dello stadio e passare dall’una all’altra con una camera a centro campo. Questa ripresa (ritenevo) avrebbe fatto vedere una partita diversa, avrebbe esaltato il movimento di attacco delle squadre verso le porte (cosa che è chiara per lo spettatore in campo e non per quello televisivo) e avrebbe dato assoluta chiarezza del tiro e del gol (cosa che non possono fare le camere ai 16m). Non mi è mai riuscito (pensate solo alla cartellonistica!). Però…

…ce l’ho fatta nella pallanuoto, nel 2001, alla piscina Scandone di Napoli. In occasione di un Memorial, una partita non inserita in Campionato, ho posizionato le camere principali alte dietro le porte e una camera sul fronte principale in campo stretto, per il passaggio dall’uno all’altro fronte. Ho giustificato la scelta per evitare i fastidiosi riflessi di luce sull’acqua, che sono un grave problema in molte piscine. Ho ottenuto quanto volevo: vedere bene la spinta della squadra.

Rispetto agli Anni 80 e soprattutto dopo la rivoluzione digitale della fine del secolo, le riprese televisive, il loro mercato, le loro tecnologie, l’organizzazione produttiva e lo stesso concetto di regia sono profondamente cambiati. Oggi prevalgono le offerte di facilities; il linguaggio di ripresa risponde invece a standard internazionali già codificati, validi in tutto il mondo e per i quali non è facile prevedere modifiche radicali, almeno fino alla prossima rivoluzione tecnologica. Io, come i colleghi e i tecnici più anziani di me, ho avuto invece la fortuna di vivere un’epoca in cui era possibile il progetto, la ricerca, la sperimentazione, l’innovazione. Qualcosa, nelle nebbie della memoria, sarà pure rimasto. Anche se oggi, che ho settanta anni, ho la sensazione di parlare di una bella storia di …archeologia della regia!

Allora devo dimenticarla; è tempo di chiudere, rasserenarmi e ricordare che da ragazzo…
 
AVREI VOLUTO FARE IL REGISTA…
 
e, sostanzialmente, l’ho fatto.