REGISTI E TELECRONISTI

IN BREVE


Il mio contributo al libro In diretta da… a cura di Mario Giobbe non tratta, se non marginalmente, il rapporto tra regia e telecronaca. Tenta invece di presentare al telecronista il lavoro del regista.

Il regista fa cronaca per immagini e si muove con criteri professionali e deontologici identici a quelli del giornalista. Le telecamere vedono con occhi diversi da quelli dello spettatore in tribuna e consentono una fruizione diversa dell’avvenimento. Il mio lavoro e’ quello di coordinare e dirigere le operazioni di ripresa e di analisi dell’avvenimento, secondo convenzioni accettate. Per fare ciò lavoro sui parametri di spazio e tempo guidato dalle regole della disciplina sportiva.

Ma le riprese si occupano di ciò che si vede e non possono dare i perché. Come regista mi muovo con il limite obiettivo di poter cogliere solo la superficie visibile. Io non posso spiegare, non posso valutare: le mie immagini, senza il telecronista, sono spesso percepite come un indecifrato. E’ il commento che le reintegra nei significati.

Giornalisticamente, io faccio la cronaca, il telecronista il commento.

Lavorando all’interno di sistemi di ripresa in cui intervengono tecnologie e si elaborano nuovi linguaggi, cambiando riprese video e riprese sonore, la telecronaca e’ costretta anch’essa a cambiare. E’ un aggiornamento a cui il telecronista e’ obbligato quanto il regista. L’uno ha nell’altro il primo referente e il primo consulente.
 

Giancarlo TOMASSETTI

info@sportregiatv.it