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SECONDA PARTE | |
Immagini e commento: Che vuol dire telecronaca? Tomassetti: E' mia opinione che la telecronaca, ovvero la cronaca televisiva della partita, sia del regista. Il telecronista (che si chiama commentatore in tutta l'Europa e solo in mezza Italia) è chiamato al commento, ruolo peraltro giornalisticamente più importante. Per fare una verifica, basta prendere in esame una telecronaca senza guardare il televisore: si avrà netta la sensazione che il telecronista sta riferendosi e commentando delle immagini. Peraltro, se si esclude il commento, si avrà la chiarezza dello svolgimento del gioco; quindi della cronaca, ma priva - per molti telespettatori - delle sue specifiche e dei suoi perché. Per quanto mi riguarda, il migliore risultato si ha nel "commento delle immagini". L'afasia tra immagine e parola svilisce sia il commento (perché non legato alle circostanze), sia l'immagine, che viene privata di molti suoi significati. Cronaca per immagini, puntuale e precisa, e commento legato ai fatti esposti. Questo esalta l'evento televisivo! Zanon: La telecronaca vuol dire interattività, simbiosi tra il cronista e il regista. Bonnici:
Sinteticamente il commento del telecronista è il racconto verbale
con il trasferimento delle sensazioni, delle informazioni e del!e
conoscenze del Telecronista allo spettatore, principalmente di quello
che è proposto con le immagini. Inoltre comprende tutto ciò
che le immagini non possono mostrare, per impossibilità o per
mancanza del mezzo stesso. La Telecronaca in realtà è
l'oggetto principale del servizio svolto dal Regista, e per spiegarvi
questo vi rimando ad un appunto che troverete inserito. Il giornalismo
non trova affermazione solo nella parola, sia essa scritta sui giornali
o espressa in suoni, ma anche nelle immagini propostaci dalla Televisione.
Bisogna quindi sottolineare che la Televisione possiede un vero e
proprio linguaggio, al contrario di quanti possano pensare in maniera
diversa, in pratica di chi pensa al Video come specchio della realtà.
La Televisione comunica utilizzando un SUO linguaggio che media tra
quello che vede e quello che mostra, perciò possiamo affermare che
è in grado di "Ricreare una Realtà". "Possiede
pertanto una sua capacità di scelta e d'interpretazione." Cosi
come il suono, cioè il commento, è in grado di trasferire
emozioni, concetti ed opinioni, cosi l'immagine ci porta a provare
sensazioni ed emozioni a volte anche contrastanti rispetto a ciò
che sentiamo. Quante volte siamo stati testimoni dissenzienti nel
guardare un evento sportivo, leggendo le immagini che vedevamo in
maniera del tutto difforme dal commentatore? Tutto questo accade proprio
perché il linguaggio televisivo ha assunto, anche grazie alla
tecnologia, ha capacità di mostrare una realtà formata da una serie
di codici e di regole che mediano il rapporto informativo attraverso
ha figura fondamentale del Regista. Tra queste regole e codici possiamo
evidenziare i più importanti, riassumendoli cosi: Come viene scelto lo staff con cui lavorate? Tomassetti: Nessuno meglio dei registi della Rai, che ne sono privi, sa quanto un'equipe stabile sia importante ai fini del risultato finale. I registi delle cinque linee di produzione del Mondiale 90 ebbero la possibilità di fare ben undici partite con la propria squadra, per mettere a punto, camera per camera, il dispositivo di ripresa. A distanza di un decennio, a fronte di un calcio televisivo super-specializzato, noi purtroppo non possiamo contare su equipes stabili, neppure per le partite di prima serata. I nostri operatori, replaysti, mixer video e audio, sono in grado di passate agevolmente dalla Scala, a San Siro, a Piazza San Pietro (cosi come la produzione della Rai reclama); hanno preparazione professionale elevatissima , ma non fanno parte di equipes stabili; sono aggregati gli uni agli altri secondo criteri di disponibilità sul territorio. Questa circostanza impedisce di fatto il raggiungimento del miglior risultato: soprattutto nel calcio, sport che più di molti altri (per es. l'atletica o lo sci o l'automobilismo) dipende da correzioni progressive e dall'affiatamento della squadra. Zanon: Lo staff viene scelto dopo un'approfondita ricerca tra i professionisti presenti sul mercato che, oltre a conoscere ha televisione, devono essere tecnicamente preparati e devono conoscere perfettamente regolamenti e regole dello sport. Questo facilita il lavoro di tutto lo staff. Bonnici:
Per garantire la qualità del prodotto reso, il regista dovrebbe avere
la possibilità di scegliere in buona parte i propri collaboratori.
Purtroppo spesso accade il contrario, e deve quindi lavorare con persone
diverse da quelle con cui si vorrebbe. A volte queste difficoltà
diventano cosi evidenti che la qualità del prodotto non è
più recuperabile. In questo Mediaset è molto più simile ad
un'azienda pubblica, con definiti obblighi sociosindacali, legata
più ai numeri che alla qualità, in quanto poche volte il regista
è nelle condizioni di scegliere liberamente le persone con
cui collaborare. Pensate ad un buon allenatore costretto dal presidente
della squadra a vincere le partite con dei giocatori che non rispondono
alle caratteristiche e alle qualità che l'allenatore stesso richiede. Calcio e nuove tecnologie: come cambierà l'evento reale e la sua riproposizione televisiva grazie alle innovazioni tecnologiche (HDTV, microcamere, skycam, carrelli, regia personalizzata del telespettatore ecc.). Tomassetti: E' un argomento troppo vasto per poter essere appena impostato
in poche righe. Zanon : Con le nuove tecnologie, il calcio sarà sempre meno tale per lo spettatore. Già oggi riusciamo a portare nelle case immagini che fino a poco tempo fa erano di uso per gli addetti ai lavori. In futuro, grazie alle tecnologie in evoluzione, forse riusciremo anche a sentire, vedere momenti di rabbia, di gioia o di relax dei nostri idoli. Per quanto riguarda la regia che l'utente può farsi da casa... la mia risposta è: troppo galoppante ha tecnologia per la disinformazione (purtroppo) dell'utente in poltrona. Bonnici: Avrete ben chiaro che ha tecnologia non si ferma mai, corre
più veloce del tempo che impiega per affermarsi. Quel!o che compri
oggi diventa vecchio in un attimo. La televisione non fa eccezione,
si rinnova giorno per giorno. Per fortuna restano alcune basi da cui
non ci si può esimere, in quanto comunque la dinamica dell'azione
va preservata. Certo, l'introduzione per alcune discipline sportive
del formato 16:9 (se volete chiamatelo cinemascope, anche se il termine
non è corretto) è ha vera chiave di volta. Questo presuppone
per il rinnovo del parco televisivo degli spettatori, aspetto economico
non trascurabile. Il 16:9 permette, abbinato ad un sistema di trasmissione
di qualità, una migliore visione del gioco, aumentando la
capacità
visiva da quei famosi gradi di visibilità di cui abbiamo parlato
prima. Comunque ad oggi, solo poche televisioni hanno optato per questo
modello di ripresa, mantenendo il formato 4:3 per gli utenti della
rete terrestre. Capitoli a parte vanno aperti, a seconda delle discipline,
per le microcamere che, pur consentendo della possibile disposizione
in luoghi particolarmente disagiati, hanno ancora oggi dei limiti
qualitativi e delle carenze di movimento. Se, in futuro, verranno
abbinate a micro sistemi di motorizzazione e di zoom, credo che troveranno
delle ulteriori nuove applicazioni. Personalmente, per scelta, non
le ho mai utilizzate, come peraltro molti fanno, in quanto non mi
consentono di avere una visione del gioco particolarmente significativa.
Grande tecnologia è applicata ai sistemi su rotaie e su cavi
metallici (Sky- cam in atletica) e anche grandi costi. A causa dei
costi l'utilizzo di questi mezzi particolarmente spettacolari, è
molto spesso osteggiata dai vari controllori dei costi, riducendo
in questo modo la possibilità di migliorare lo spettacolo che si
potrebbe offrire agli spettatori. Altre televisioni internazionali,
che probabilmente hanno a cuore ha qualità che devono rendere allo
spettatore, ne fanno invece un uso molto ampio ed innovativo. |
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Giancarlo TOMASSETTI |