CHAMPIONS LEAGUE 2007/2008

APPUNTO su REPALY e CLIP
Dopo il primo anno di Champions


Distinguiamo le clip convenendo che queste sono successive e particolari rispetto ai normali replay del fallo o del gol: ma sono pur sempre replay.
Per noi il replay classico risponde ai criteri di chiarimento dell’azione e di spettacolarità della reazione; rifiutiamo tutti i replay non chiari, i replay uguali e i replay a raffica. Contiamo quindi sulla essenzialità, per non togliere spazio alla “diretta utile” e riproponiamo le clip (replay differiti) nei momenti dell’azione ferma o ininfluente. Possono farlo gli stessi replaysti oppure un addetto alle clip? E’ solo questione di organizzazione di lavoro.

Oltre alla sua scelta, dovremo fare attenzione ad altri due aspetti del replay.
Chiamerò il primo quello del “passaggio smarcante” o della “azione che porta al gol”: facciamo rivedere l’azione (anche in play) prima dell’appoggio in porta se è significativa! Possiamo qui essere “lunghi” quanto dobbiamo essere essenziali nel tagliare in modo giusto il momento del fallo!
Il secondo punto: in nome della chiarezza dell’azione dobbiamo regolare la velocità del rallenty. Può succedere che una “spizzata” di testa o un tocco di mano debbano essere rallentati sul punto perché si possano vedere.
Chiuderei definitivamente la questione fuori gioco con il “freeze avanti e indietro” sul momento del passaggio, senza il pre e il post dell’azione.
Concordiamo anche che daremo le espressioni del coach solo quando assolutamente significative. Dobbiamo recuperarle perché il coach può andare in diretta solo ad azione ferma e in quel momento potrebbe non esprimere niente.

Torniamo ora alla clip come:

  • riproposizione del gol e delle reazioni tramite materiale significativo che non è stato scaricato: continueremo a farlo
  • il gol del giocatore sostituito.

Ma ricordiamoci di utilizzare il materiale sul pubblico, specie le facce!

Giancarlo TOMASSETTI

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