Distinguiamo le clip convenendo che queste sono successive e particolari
rispetto ai normali replay del fallo o del gol: ma sono pur sempre replay.
Per noi il replay classico risponde ai criteri di chiarimento dell’azione e
di spettacolarità della reazione; rifiutiamo tutti i replay non chiari, i replay
uguali e i replay a raffica. Contiamo quindi sulla essenzialità, per non
togliere spazio alla “diretta utile” e riproponiamo le clip (replay differiti)
nei momenti dell’azione ferma o ininfluente. Possono farlo gli stessi replaysti
oppure un addetto alle clip? E’ solo questione di organizzazione di lavoro.
Oltre alla sua scelta, dovremo fare attenzione ad altri due aspetti del
replay.
Chiamerò il primo quello del “passaggio smarcante” o della “azione che porta al
gol”: facciamo rivedere l’azione (anche in play) prima dell’appoggio in porta se
è significativa! Possiamo qui essere “lunghi” quanto dobbiamo essere essenziali
nel tagliare in modo giusto il momento del fallo!
Il secondo punto: in nome della chiarezza dell’azione dobbiamo regolare la
velocità del rallenty. Può succedere che una “spizzata” di testa o un tocco di
mano debbano essere rallentati sul punto perché si possano vedere.
Chiuderei definitivamente la questione fuori gioco con il “freeze avanti e
indietro” sul momento del passaggio, senza il pre e il post dell’azione.
Concordiamo anche che daremo le espressioni del coach solo quando assolutamente
significative. Dobbiamo recuperarle perché il coach può andare in diretta solo
ad azione ferma e in quel momento potrebbe non esprimere niente.
Torniamo ora alla clip come:
- riproposizione del gol e delle reazioni tramite materiale significativo
che non è stato scaricato: continueremo a farlo
- il gol del giocatore sostituito.
Ma ricordiamoci di utilizzare il materiale sul pubblico, specie le facce!
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