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IN BREVE | |
Dobbiamo quindi riprodurre “la individualità e la specificità del suono per ogni immagine o sequenza televisiva”. Le due condizioni "spettatore a casa e spettatore allo stadio” possono equivalersi (per esempio sul totale ); solitamente però si danno casi opposti. Ai campi stretti o ai primi piani dei giocatori (sia ripresi da camere vicine o da un teleobiettivo) vanno attribuiti equivalenti primi piani sonori. E, in caso di sequenze complesse, con totali e campi stretti (per es. il tiro dal corner) bisogna scegliere e privilegiare un ambiente sonoro (per es. l’area di porta). Progettando l’impianto audio, si dovranno quindi identificare i piani sonori adatti agli spazi visivi: il totalone dello stadio, il totale del gioco, il campo stretto sul contrasto, il primo piano del giocatore, riportando questi spazi alle situazioni di gioco come fonti del suono. La
soluzione potrebbe essere quella di un impianto di AUTOMATISMI-CORRETTI, una
serie di microfoni che si aprono sullo stacco delle telecamere ed altri scelti
dal mixer audio, secondo gli esempi riportati. |
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Giancarlo TOMASSETTI |