IL LINGUAGGIO DELLE IMMAGINI

IN BREVE


“Esemplificherò dicendo: televisione che riferisce della realtà o televisione che interpreta la partita? …Devo io, quando la palla va in fallo laterale o il centrocampo fa melina, riempire il “tempo morto” con facce di protagonisti, alternando inquadrature, alzando con stacchi il ritmo della ripresa? Oppure devo rispettare quel tempo morto perché non esiste, anzi, è tutt’altro che morto, è affatto voluto e fa parte integrante dello svolgimento del gioco? E ancora: il ritmo della ripresa influisce sulla percezione del ritmo della partita?…”

“…il dato caratterizzante delle nostre riprese (o, almeno, l’obiettivo per il quale ho lavorato) fu non tanto e non solo quello di affidare alla televisione referente il rispetto della realtà della partita, bensì di imporre un criterio di “congruenza” tra azione di gioco e inquadratura, tempi di gioco e tempi di ripresa. Il fluire del gioco non deve  essere interrotto, l’azione collettiva reclama il totale, il dribbling vuole il campo stretto. Solo ad azione conclusa può partire il replay e, possibilmente, non deve coprire la ripresa del gioco. Alla televisione referente sostituimmo la televisione congruente. Era un superamento delle scuole tedesca e inglese?”

Inoltre: fonti, linguaggio, tecnica nella storia della partita di calcio televisiva fino a quella di oggi.
 

Giancarlo TOMASSETTI

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