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Storia e convenzioni linguistiche. La camera in totale nasce come (cattiva) imitazione della posizione dello spettatore privilegiato in tribuna centrale. La telecamera in campo stretto, che si posiziona accanto a quella in totale, funge innanzitutto come riserva. La prima convenzione che ne deriva è che la partita si vede con la camera centrale in tribuna. Robert Kenny, che era responsabile dei Mondiali messicani del 1970, propose di realizzare la partita con due camere in tribuna, posizionate all’altezza delle rispettive metà campo. Se la sua proposta fosse stata accettata, oggi – probabilmente – la convenzione sarebbe diversa.
La
seconda convenzione fondamentale legata
alla camera centrale è che la partita si vede
su quel fronte e non sull’asse longitudinale del campo, posizionando
una o due camere alte in curva (come avviene per es. per il tennis).
L’inclinazione della camera rispetto al terreno di gioco. “Per posizionare la camera principale, guarda la
linea laterale opposta. Se non la vedi, sali i gradini della tribuna fino
a vederla; vai più in su, ma non troppo oltre.”
Teorie sull’inclinazione della camera principale. La
storia delle riprese del calcio rimanda al Mondiale argentino del 1978. Il
mio quotidiano lavoro sulle immagini mi
dice che “più le camere sono alte, in totale e distanti dal terreno di gioco,
più offrono informazioni. Più sono basse, in campo stretto e vicine al giocatore,
più offrono emozioni.” (E’
il vecchio assunto della denotazione e della connotazione che potrebbe, nel
nostro caso, essere anche completamente rovesciato: non trovo nulla di più
emozionante dell’Olimpico di notte visto dall’elicottero e ho bisogno del
dettaglio per capire se il piede è entrato sulla palla o sul polpaccio dell’avversario).
Esperimenti. Horst Seifart,teorico e ricercatore del calcio, mi ha descritto questa prova. Un gruppo di persone è stata invitata in un
ascensore esterno ad un edificio e con cabina a vetri che consente di vedere
la piazza sottostante. Da quale altezza si vede meglio il passeggio in piazza? Riporto
anche l’opinione di un inglese (evidentemente abituato a vedere le partite
riprese a Wembley): “L’inclinazione migliore per vedere la partita è quella
con cui si legge il giornale”.
La mia opinione è che l’inclinazione della camera principale abbia direttamente a che fare con il “sistema linguistico” della partita, in una doppia accezione. Innanzitutto nel valore dell’inquadratura in se, che esalta o sminuisce la valenza informativa (camera alta) rispetto a quella emozionale (camera bassa): con la camera alta dai una lettura più chiara dello schema di gioco, ma partecipi meno all’azione. In secondo luogo, nella coniugazione delle inquadrature: uno stacco tra una camera molto alta e un campo medio di una camera bassa apparirà poco “naturale”, rispetto a quello tra due camere con minore differenza di angolo. Ma
può essere una scelta. Esiste
però un’altra sensibilità, che vuole un linguaggio più vicino alla visione
dell’occhio umano, con stacchi di camera più morbidi, quasi invisibili e
quindi inquadrature adatte a conseguirli.
L’apertura del totale. Ritengo
che il totale sia il rapporto tra la massima apertura dello zoom e la percezione
del giocatore.
Come? Il totale, abbiamo detto con linguaggio metaforico, è il respiro della partita. Il concetto va precisato. A mio modo di vedere, l’operatore deve interpretare la partita con il totale distinguendo, in ogni situazione, le
Le fasi di impostazione ( tra le più semplici ci sono il lancio lungo del portiere o del difensore o del centrocampista) sono riprese in campo largo o larghissimo; quando invece ci si avvicina alla porta e le maglie si stringono, in fase di finalizzazione il totalone diventa totale, raccoglie l’azione e stringe verso la porta. Questo lavoro di zoom è continuo durante tutta la partita; costituisce l’interpretazione stessa della partita. A
mio parere è la correttezza di questo lavoro che discrimina il buono e il
cattivo operatore nell’uso del totale.
Il Totale dalla SPIDER CAM Ho osservato l‘uso della spider nel calcio (Mondiali in Germania, Sky in Italia, alcune occasioni di calcio europeo). Poiché credo di doverla usare, prima o poi, ho prefigurato le difficoltà e le possibili soluzioni. Il punto di vista della spider, rispetto all’impianto di ripresa a terra (in movimento o meno) è alquanto singolare: rompe con il cambio del punto di vista della partita. Mi soccorre la “semiologia elementare del calcio” e l’analisi che feci relativamente alla possibilità del cambio del punto di vista. La partita si gioca sul sistema di ripresa sull’asse centrale, tra totale e campo stretto. Nella suddivisione tra “palla in movimento”, “palla ferma” e “ripresa del gioco”, cambio del punto di vista è possibile solo nei momenti di “palla ferma” (sempre) e “ripresa del gioco” (riportandosi poi sull’asse centrale). Queste erano le conclusioni della “semiologia elementare”. Un aspetto di base non era stato sottolineato, ma è di tutta evidenza: il tutto avviene sul fronte di ripresa; non è mai possibile alternare punti di vista includendo tra questi le camere in reverse angle o opposite (che sono utili sono per i replay o per le descrizioni pre e post partita). Tiro dunque, in appunti, alcune conclusioni:
POST SCRIPTUM E AGGIORNAMENTO Il limite obiettivo di questa deduzione è che essa considera ancora la camera come fosse fissa; ovvero, non ne coglie le potenzialità del movimento durante il gioco. (Il problema non si pone per il pre e post-partita: in questi casi la panoramica volante è libera, di grande suggestione ma non utile all’azione). Angelo Carosi – mio collega SKY e in assoluto il regista italiano che ha più occasioni di utilizzare la spider-cam – ci ha offerto indicazioni preziose. Nel derby Milan-Inter del 4 maggio 2008, più volte ha utilizzato la spider-cam in soggettiva del tiro di punizione con barriera, seguendo il movimento della palla verso la porta con risultati eccellenti. Il punto di partenza è quello derivato dalla semiologia elementare, ovvero: si può utilmente utilizzare la spider-cam alla “ripresa dell’azione di gioco”. Di nuovo c’è che, se l’azione di gioco (ovvero il tiro della palla) è prevedibile (come succede nelle punizioni con barriera e come potrebbe succedere nel corner o nel rilancio del portiere) l’uso della spider avviene (come deve) in movimento e quindi si realizza pienamente. Problemi? Attenzione al fronte di campo! Mi piacerebbe esplorarne i limiti di tolleranza linguistica (basterebbe il caso del corner dall’altra parte) ma qui si apre un altro interessantissimo discorso…
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Giancarlo TOMASSETTI |