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Durante un Gran Premio si mettono in onda circa un migliaio di inquadrature (e molte di più ne mette in onda l’impianto di ripresa della FOM, che trasmette contemporaneamente su più canali). Le telecamere vengono raddoppiate o triplicate in variante e ciascuna svolge un compito assegnato. Le inquadrature però sono solo frammenti spazio-temporali “rubati” all’evento e non riescono a descriverne l’intero spazio in tutti i suoi dettagli e per tutto il tempo. Ne colgono solo alcune parti e per alcuni momenti. Con queste inquadrature la regia internazionale riesce a controllare fino a tre distinte situazioni in pista; ciò che accade ai box e’ sotto il controllo di una regia dedicata; ad un’altra regia e’ affidata la riproposizione in replay di tutte le camere.(Cfr. Organizzazione della regia: F1). Ma nella messa in onda il regista lavora per sottrazione, manda in onda una camera alla volta delle trenta che ha a disposizione: se e’ in onda Schumacher, tutti gli altri 21 piloti sono esclusi. Fuori onda, le altre camere sono incaricate di seguire le auto più importanti e tutte sono in registrazione. Ma se una telecamera segue Barrichello in panoramica fino all’uscita della prima di Lesmo, “buca” Coulthard in ingresso della stessa curva. Le telecamere quindi non possono coprire tutto lo spazio e per tutto il tempo. Qualsiasi sistema di ripresa, anche ricco e complesso come
quello della Formula 1, consente di mandare in onda solo i fatti più
importanti del Gran Premio. Neppure la FOM, che utilizza le stesse telecamere
per più canali di messa in onda, affidandoli alla scelta dei propri
telespettatori, può garantire tutto quanto e’ accaduto durante un Gran Premio. |
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Giancarlo TOMASSETTI |