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Il rapporto tra tecnologia di ripresa e artigianalità. A parità di mezzi tecnici (ed anche in inferiorità di mezzi!) la bravura dei nostri piloti e operatori alle riprese in movimento e la nostra organizzazione di regia, fanno una differenza di scrittura del ciclismo, una chiarezza di esposizione che è evidente sia all’appassionato che al comune spettatore. Il rapporto tra ciclismo e territorio, con tutti i valori espressi in Italia dal paesaggio, dagli assetti urbanistici, dall’architettura, colloca la gara in un contesto culturale privilegiato, come raramente (se non mai) avviene con altre discipline sportive. Una enorme risorsa, questa del territorio, che è implicita al ciclismo ed e’ una delle ragioni della sua popolarità. La personalizzazione italiana del programma internazionale è frutto di un giornalismo televisivo nuovo, capace di muoversi in diretta e dentro la gara, offrendo un valore aggiunto di approfondimento che sfugge alla esposizione orizzontale della corsa. Questo giornalismo coglie un’attesa reale del pubblico e consolida l’interesse sul ciclismo. E’ il secondo Mondiale in Veneto, il secondo della RAI in Veneto
(e mio personale) dopo quello del Montello. Abbiamo predisposto due
impianti di ripresa, con obiettivi puntati su due circuiti e due
città.
Un impegno doppio, che si ottimizza con la presenza di circa 120 persone
tra giornalisti, registi, operatori, tecnici radiofonici e televisivi;
quattro regie, 25 telecamere, 8 moto, 3 elicotteri e un aereo di soccorso;
una copertura integrale delle gare e un palinsesto, ricchissimo in
Italia, che troverà spazi adeguati nelle televisioni di altri paesi. |
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Giancarlo TOMASSETTI |